Aziende
Barilla torna in Gran Bretagna e pensa all'America Latina e all'Asia
Il fatturato del gruppo alimentare è pari a 3,5 miliardi di euro con una crescita operativa del 2,5%
A volte ritornano. Puo’ essere sintetizzato in questo modo il progetto del gruppo alimentare Barilla, noto produttore di pasta, sughi e prodotti da forno, di tornare in Gran Bretagna con un "posizionamento medio alto" per orientare il consumatore ad un acquisto "consapevole e educato". Sul fronte delle espansioni, Barilla e' pronta a spingere su America Latina e Asia, dove e' recente o prossimo il lancio di prodotti ad hoc, come la pasta per il wok cinese. La Cina, soprattutto, accanto a Brasile e, in Europa, la Russia rappresentano gli sbocchi di maggior impegno per la strategia estera del gruppo, che l'ad Claudio Colzani non esclude possa contemplare acquisizioni.
"Valutiamo le opportunita' - ha detto Colzani -, ma certo e' che non intendiamo snaturarci". Colzani ha anche spiegato che, in questo caso, "visto il livello di indebitamento" al di sotto dell'1%, l'azienda potrebbe muoversi con le proprie gambe: "abbiamo le energie per potercela fare con le nostre forze - ha detto -. Non abbiamo bisogno della Borsa - ha aggiunto - o di operazioni finanziarie fantasiose. Abbiamo forza finanziaria per farla ma c'e un filtro di concetto nel nostro modo di far impresa". Al momento, Brilla ha sviluppato linee specifiche di pasta per questi Paesi considerati strategici per lo sviluppo futuro dell'azienda, quali appunto Brasile, Cina e Russia. Nel corso della presentazione del bilancio del 2013 sono state sottolineate, in particolare, le performance del mercato brasiliano, con il business che e' quasi raddoppiato in un anno.
"Un anno positivo" che puo' vantare una "crescita degli utili importante in una congiuntura ancora difficile" ha detto invece il presidente Guido Barilla, presentando i risultati del 2013 del gruppo che mostra numeri positivi su tutti i fronti. Si parte dai volumi, tornati a crescere del 4%, e dal fatturato, pari a 3,5 miliardi di euro, con una crescita operativa del 2,5%. L'indebitamento netto a 347 milioni di euro permette all'azienda, come spiegato dall'ad, Claudio Colzani di "guardare al futuro con una certa solidita' finanziaria" e la previsione per il 2014 e' di un'ulteriore diminuzione (nel 2012 era di 574 milioni).
Il presidente Barilla, ha spiegato come quello alle spalle sia stato il primo anno in cui e' entrata "nel vivo la strategia 'Good for you, good for the planet' che passa attraverso una concentrazione sulle attivita' strategiche per offrire prodotti di qualita' superiore e la crescita mirata nei principali mercati attuali e in selezionate economie emergenti. Non e' solo una filosofia - ha chiarito Barilla -, ma modo di fare business". Da un punto di vista economico, nel 2013 e' stata completata la cessione della societa' tedesca Lieken che segue quella della societa' di logistica Number1. Il fatturato ha raggiunto i 3,535 miliardi di euro, +2,5% di crescita operativa a parita' di perimetro; +1,4% tenendo conto dell'effetto di cambio pari a 1%, -11,5% tenendo conto del consolidamento di Lieken fino a maggio 2013). L'Ebitda ricorrente del 2013 si e' attestato al 12% del fatturato (rispetto al 10,8% del 2012). In valori assoluti si e' passati dai 433 milioni del 2012 ai 425 del 2013. In Italia i volumi sono cresciuti dell'1% nel 2013. Ma pur a fronte di un mercato in calo, Barilla ha deciso di continuare ad investire nel Paese: dopo l'apertura dello stabilimento sughi nel 2012, l'azienda ha inaugurato un magazzino automatizzato nel 2013 ed ha da poco iniziato a costruire siti di stoccaggio grano con una connessione ferroviaria, dimezzando il trasporto via gomma del grano in arrivo a Parma.
Un investimento di 13 milioni di euro che permettera' di togliere dalle strade 3.500 tir che ogni anno trasportano grano. Il 2013 e' stato anche contrassegnato da un risparmio del 27% di emissioni Co2 nelle fabbriche del gruppo rispetto ai dati del quinquennio precedente e del 25% sul consumo totale d'acqua degli stabilimenti.