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Grande Distribuzione

Beverage, positivo il 2010 per il Consorzio Cda

Uno scenario economico caratterizzato da una forte stagnazione dei consumi, che ha coinvolto sia il canale moderno che il canale Horeca, ha contribuito nel 2010 a un rallentamento del mercato del beverage, con una chiusura di anno per il canale Grossisti a circa -7% per il totale Merceologie Bevande (fonte SymphonyIRI). Dato che, unito alla preoccupazione per l’incremento dei prezzi delle materie prime registrati a inizio anno, fa pensare che il 2011 sarà caratterizzato da consumi prudenti.

E’ quanto emerge dalla periodica indagine realizzata da CDA (Consorzio Distributori Alimentari) - il più gruppo indipendente italiano di distributori di bevande, che da solo rappresenta oltre l’11% del mercato italiano della distribuzione di liquidi alimentari. CDA, attraverso il proprio Data Wharehouse consortile (strumento di gestione della raccolta e normalizzazione dei dati provenienti dalle Aziende Associate) è in grado di tracciare periodicamente un quadro preciso e dettagliato dei consumi fuori casa, rilevati su un campione di oltre 16.000 pubblici esercizi.

In particolare il canale Horeca - si legge in una nota -  è stato penalizzato nel 2010 da un mix di fattori: macroeconomici, che segnano oltre alla stagnazione dei consumi anche una preoccupante situazione finanziaria, con particolare attenzione alla leva del credito verso fornitori e clienti; climatici, con una stagione estiva estremamente negativa sotto il profilo meteorologico; organizzativo-strutturali, con razionalizzazione degli assortimenti e tagli alle strutture distributive operati soprattutto dalle aziende del settore partecipate dalle grandi industrie birraie.

In un contesto così complesso, tuttavia, il Gruppo CDA ha chiuso il 2010 con un segno positivo, anche se lieve, sostenuto principalmente da apertivi (in aumento a volume del +7,64%) e vini speciali (+6,08%), oltre a energy drinks (+3,95%), vini (+3,43%) e superalcolici (+0,96%).

Le acque e le bibite, nonostante la stagione estiva negativa, hanno tenuto bene, mentre le birre, che sviluppano ancora oggi circa il 40% del fatturato consortile, hanno registrato un lieve calo (-2,78% a volume). Succhi di frutta e ready to drink le categorie in maggiore sofferenza, che hanno chiuso il 2010 con una diminuzione a volume di rispettivamente -6,81% e -12,36%.

Secondo quanto rilevato dal Consorzio, la situazione al Nord ha visto un calo dei consumi a volume del -3,61% nel Nord Ovest (Area Nielsen 1) e del -2,74% al Centro. Ha tenuto invece il Nord Est (Area Nielsen 2) con un debole +0,29%, mentre al Sud (Area Nielsen 4), complice forse la migliore situazione climatica dell’area, si è registrata la performance migliore: +4,08%.

Tra i vari canali distributivi, l’unico a chiudere il 2010 con un lieve segno negativo (-1,3% a valore, -0,8% a volume) è stato quello serale, mentre i bar tradizionali e tutto il comparto della ristorazione hanno registrato un lieve segno positivo. Sintomo di una nuova evoluzione dei consumi e di un ritorno alla tradizione?

“Proprio in questo quadro di generale debolezza – dichiara Mario Carbone, Responsabile Commerciale & Marketing di CDA - le opportunità per i Grossisti Bevande possono derivare dalla propria conoscenza del territorio, dalla capacità di fornire assistenza e un elevato livello di servizio ai punti di consumo Horeca, ancor meglio se unite a un recupero di efficienza attraverso una migliore gestione degli assortimenti e della leva finanziaria.”

“Questi dati confermano una situazione di staticità per il mercato del beverage in questo periodo e il recente incremento inflattivo delle materie prime, con in primo piano l’aumento del prezzo dei carburanti, non possono che indurci, nel 2011, alla prudenza – commenta Lucio Roncoroni, Direttore di CDA.”

in data:24/03/2011

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