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Organizzazioni Agricole

Burocrazia agricola, pronto il vademecum per risparmiare tempo e costi

Contenere i costi delle imprese agricole si può. È sufficiente snellire procedure e pratiche, particolarmente gravose in Italia rispetto ad altri paesi europei, che di fatto rappresentano veri e propri ostacoli alla crescita economica delle imprese agricole. Ne sono convinte le tre principali organizzazioni della cooperazione agroalimentare italiana, Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital che hanno elaborato un ampio Dossier dal titolo “Proposte di semplificazione della normativa agricola e agroalimentare nazionale”.

Una stalla cooperativa con circa 500 capi, che produce 48 mila quintali di latte dedica alla burocrazia 90-100 giornate all’anno e “spende” oltre 84 mila euro per assolvere ai propri adempimenti burocratici (anagrafe bovina, pratica quote latte, registro fecondazioni, tracciabilità, ottenimento contributo PSR solo per citarne alcuni), con una incidenza sulla Plv (produzione lorda vendibile) della stalla pari al 5%. Non fa eccezione il settore vitivinicolo. In questo caso è stato calcolato che una cantina cooperativa che produce 35 mila ettolitri di vino a denominazione di origine, con un fatturato di 10 milioni di euro è sottoposta a circa 16 visite ispettive all’anno, da parte di oltre 20 enti diversi (Asl, Nas, Icqrf, Cciaa, organismi terzi certificatori, ecc) che comportano l’impegno di 2 unità lavorative dedicate all’anno.

Questi sono solo alcuni degli esempi raccolti nelle 42 proposte contenute nel Dossier elaborato dalle Organizzazioni cooperative agricole. Fisco, lavoro, previdenza, procedimenti amministrativi e accesso agli aiuti comunitari sono le principali tematiche affrontate, seguite da approfondimenti su settori specifici, quali l’ambiente e l’energia e i comparti vitivinicolo, zootecnico e lattiero-caseario.

“È quanto mai urgente avviare un processo di semplificazione delle norme vigenti, che sono spesso emanazione di competenze ministeriali diverse e in molti casi sovrapposte”, spiega Maurizio Gardini, presidente di Fedagri-Confcooperative. “Snellire le procedure non significa tuttavia – precisa Gardini - abbassare il livello di gettito fiscale, ridurre la sicurezza sul lavoro e diminuire gli standard di sicurezza alimentare o di tutela dell’ambiente. Significa dotare l’agricoltura, i produttori e le loro cooperative, oltre che gli stessi consumatori, di un quadro normativo efficiente e moderno che fissi regole giuste e controlli trasparenti e che, al tempo stesso, sia un fattore di sviluppo e non di freno all’iniziativa imprenditoriale”.
Alla domanda su  quali aggiustamenti potrebbero essere introdotti per ridurre i costi a carico delle imprese agricole ha risposto  Giampaolo Buonfiglio, presidente di Agci-Agrital 

Uun produttore agricolo - spiega Buonfiglio -  con fatturato inferiore a 7mila euro l’anno è esente da adempimenti IVA.  innalzando tale soglia a 30mila euro, oltre a sgravare i produttori dalla tenuta di una meticolosa documentazione fiscale, si riuscirebbe a risparmiare fino a 240 milioni di euro all’anno. Se inoltre si consentisse alle imprese agricole di ottenere l’agevolazione per il gasolio sulla base dei dati contenuti nel fascicolo aziendale, sarebbe possibile risparmiare fino a 30 milioni di euro annui, considerando un universo di 1 milione circa di imprese agricole iscritte alla Camera di Commercio che oggi pagano i costi delle pratiche ai Caa per ottenere i buoni”.

“Il dossier sulla semplificazione normativa – conclude Giovanni Luppi, presidente di Legacoop Agroalimentare – verrà subito presentato al Parlamento, al Governo e alle diverse Amministrazioni pubbliche, affinché esse intervengano con rapidità e spirito innovativo per definire finalmente un quadro di riferimento più razionale ed equo, esclusivamente al servizio dei produttori e del Paese”.

in data:31/03/2011

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