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Caffè, distillati e food equipment i best performer dell'agroalimentare
Con una crescita del 4% e, soprattutto, un rapporto tra indebitamento e crescita decisamente favorevole, tra il 2009 e il 2013, il settore agroalimentare ha trainato l’economia italiana che, nello stesso periodo ha perso oltre il 2% del PIL. Un risultato tanto più positivo se si considera lo scenario economico molto complesso che caratterizzato la maggior parte delle economie europee e mondiali. Ai primi tre posti per crescita, reddittività e sostenibilità finanziaria si situano i comparti del caffè, dei distillati e del food equipment (produzione di impianti e macchinari per l’industria del food). Seguono i comparti della pasta, dei dolci e del vino. Ancora più importante è il fatto che in questi settori la crescita è stata accompagnata dalla sostenibilità finanziaria: una combinazione di fattori che potrà garantire il successo anche su lungo periodo. In prospettiva futura, insieme a questi ultimi aspetti, innovazione, internazionalizzazione e comunicazione saranno fattori critici di successo per una crescita competitiva e duratura. È quanto emerge in sintesi dai risultati della prima edizione del Food Industry Monitor (#FoodMonitor15), il primo osservatorio permanente del settore agroalimentare italiano, realizzato dall’Università di Scienze Gastronomiche-UNISG insieme alla banca BSI. L’osservatorio ha analizzato le performance economico-finanziarie di 520 aziende suddivise in 10 comparti (acqua, caffè, distillati, dolci, food equipment, latte e derivati, olio e condimenti, pasta, salumeria, vino) dal 2009 al 2013. Il campione delle aziende prese in esame, in media le prime 50 per dimensioni di ogni comparto, hanno generato complessivamente 43,5 miliardi di euro di ricavi nel 2013, pari a circa il 71% di tutte le società di capitale operanti nel settore in Italia. Nell’analisi sono stati considerati tre indicatori: crescita, sostenibilità finanziaria e reddittività.
CRESCITA: caffè, vino, olio e food equipment sono i best performer
All’interno del settore, si sono distinti per la crescita media dei ricavi i comparti del caffè (+5.3%), del vino (+5.2%), dell’olio (+6%) e del food equipment (+7.1%). Tale risultato è attribuibile, in particolar modo al fatto che questi settori, oltre a rappresentare un’“eccellenza italiana”, sono strutturalmente più votati all’export e costituiti da aziende caratterizzate da un alto tasso di innovazione, brand forti e una consolidata posizione sui mercati internazionali. In particolare la spinta alla crescita nel settore del vino è stata trainata sia dai produttori integrati, ovvero le aziende vitivinicole che operano nella fascia premium e super premium sia dai trader, aziende a forte orientamento commerciale particolarmente attive sui mercati internazionali. I comparti che hanno registrato un tasso di crescita dei ricavi inferiore alla media generale sono: l’acqua, la pasta, i dolci e i prodotti di salumeria. Si tratta di comparti che hanno subito una forte pressione sui prezzi e, nel caso dell’acqua e dei prodotti di salumeria, hanno una forte dipendenza dal mercato nazionale.
SOSTENIBILITÀ FINANZIARIA: vino, caffè, distillati e food equipment protagonisti di una crescita virtuosa
Caffè, vino e food equipment figurano tra i comparti più virtuosi, insieme ai distillati, anche in tema di sostenibilità finanziaria. Il confronto tra indebitamento e crescita, infatti, mostra che le aziende di questi comparti sono riuscite a crescere mantenendo l’indebitamento finanziario sotto controllo e rimanendo sotto la media del settore, pari al 2,7%.
Questi quattro settori appaiono, quindi, ben posizionati per cogliere le sfide dei mercati anche in futuro poiché, proseguendo su questo percorso, potranno essere in grado di garantirsi una crescita sostenibile sul lungo periodo.
Restando sul confronto tra indebitamento e crescita, i comparti del latte e dell’olio hanno ottenuto delle performance soddisfacenti per quanto attiene la crescita ma continuano ad essere caratterizzati da un indebitamento finanziario elevato. I comparti salumeria e acqua non sono riusciti a sviluppare una crescita soddisfacente e hanno una struttura finanziaria debole con una forte esposizione a breve.
REDDITTIVITÀ: food equipment, distillati, dolci, e pasta registrano risultati superiori alla media
Il Food Industry Monitor ha mostrato interessanti risultati anche per quanto riguarda la reddittività e il suo confronto con la crescita. In questo quadro, tra il 2009 e il 2013, il food equipment, un comparto trasversale tra il settore dell’industria meccanica e quello agroalimentare, è quello che evidenzia la relazione più favorevole tra crescita e redditività. Tali performance superiori alla media sono dovute al fatto che questo settore adotta un modello di business differente in confronto alle aziende che producono cibo e bevande e che sono tradizionalmente soggette al rapporto con il canale distributivo. I comparti dei distillati e della pasta hanno una buona crescita, allineata alla media, ma con una redditività nettamente superiore. Si tratta di un risultato determinato dagli investimenti in marketing e comunicazione che sostengono il posizionamento premium dei brand, anche sui mercati internazionali.
Caffè, latte, olio e vino hanno sviluppato una crescita soddisfacente tuttavia questa crescita è stata ottenuta sacrificando una parte della redditività del capitale investito. In particolare hanno pesato, su questi settori, l’aumento dell’assorbimento di mezzi per finanziare il capitale circolante e i costi di ristrutturazione e risanamento. Il comparto della salumeria soffre sia per quanto riguarda la crescita sia per redditività del capitale investito. Si tratta di un settore che risente del calo dei consumi, dello sviluppo dei private label e delle forti pressioni sui prezzi esercitati dalla grande distribuzione. I settori dell’acqua minerale e dei dolci hanno sviluppato una crescita insufficiente preservando tuttavia la redditività del capitale investito.
I BEST PERFORMER IN ASSOLUTO: caffè, distillati e food equipment sopra tutti
Il risultato combinato di crescita, reddittività e sostenibilità evidenzia ai primi tre posti i comparti del caffè, distillati e food equipment. Ciascuno dei tre comparti occupa il primo posto in uno dei tre indicatori utilizzati per la classifica. Il caffè ha la struttura finanziaria più solida, i distillati la maggiore redditività commerciale e il food equipment la maggiore capacità di crescita sui mercati. Tuttavia i tre comparti hanno performance molto equilibrate anche negli altri indicatori, questo fa si che siano posizionati ai vertici della classifica come aziende in grado di sviluppare una crescita redditizia e sostenibile dal punto di vista finanziario.
I comparti della pasta e dei dolci, che occupano la quarta e la quinta posizione, hanno buone performance per quanto riguarda la marginalità commerciale e il tasso di indebitamento, tuttavia hanno performance poco soddisfacenti per quanto attiene la crescita. Il comparto del vino occupa una posizione mediana in tutti e tre gli indicatori. L’olio ha un tasso di crescita molto elevato a cui corrisponde una forte criticità dal punto vista della redditività e della struttura finanziaria. Il latte ha un discreto posizionamento per quel che riguarda la crescita ma performance negative in termini di redditività e sostenibilità finanziaria. I comparti dell’acqua e della salumeria presentano forti criticità nei tre indicatori ed evidenziano la presenza di problematiche strutturali.
L’AGROALIMENTARE SEMPRE PIÙ IMPORTANTE PER L’ECONOMIA ITALIANA
Il Food Industry Monitor ha, infine, fotografato il posizionamento del settore agroalimentare italiano rispetto ad altri settori molto importanti per l’economia italiana quali quello meccanico, l’arredamento (legno e mobili) e l’abbigliamento. Questo confronto intersettoriale mostra che il settore del food è cresciuto in termini di ricavi e valore aggiunto a tassi sensibilmente superiori rispetto al PIL nazionale. La crescita del valore aggiunto nel 2012 e 2013, in particolare, è stata determinata dalle azioni di revisione dei processi produttivi. La produttività del capitale investito dell’agroalimentare è sostanzialmente allineata al valore generale. Tuttavia, la reddittività del capitale (ROE) del settore agroalimentare italiano è sensibilmente più elevato rispetto a quella delle aziende italiane del campione di riferimento preso in esame (MBRES). Si tratta di un risultato determinato dalla buona redditività netta delle aziende agroalimentari italiane che hanno un conto economico meno penalizzato, rispetto al campione, da costi di natura non ricorrente e dagli oneri finanziari. Il confronto mostra, inoltre, che le aziende del settore cibo & bevande hanno un ritorno sugli investimenti (ROI) in linea con quelle dei settori manifatturieri rappresentativi dell’economia nazionale ma risultano essere leggermente meno indebitate e hanno un trend di riduzione dell’indebitamento.