Organizzazioni Agricole
Centrale del latte di Roma, gli allevatori sono pronti a dare battaglia
I duecento allevatori della provincia romana sono scesi sul piede di guerra ed annunciano manifestazioni se non saranno ricevuti dai dirigenti della Centrale del Latte di Roma.
Ad essere chiamato - si legge in una nota - in causa il calo del prezzo di vendita nel Lazio, sceso di ben due centesimi, contro un aumento di 5 centesimi nel Nord Italia.
Una decisione presa nel corso delle 4 assemblee tenute nelle aree Prenestina, Salaria e Aurelia che hanno visto una partecipazione massiccia di produttori decisi a ‘dare battaglia’.
“Da 37,05 centesimi il latte è sceso a 35,40 centesimi, contro i 5 centesimi conquistati nel Nord, confermando il gap che ci penalizza da sempre. Non va dimenticato che nel Nord Italia, tra l’altro, le spese di produzione degli imprenditori agricoli sono nettamente inferiori rispetto a quelle della nostra regione”, spiega il neo presidente Coldiretti Roma David Granieri.
Le motivazioni addotte dalla Centrale del Latte (che peraltro non avrebbe ancora ricevuto la Coldiretti, nonostante le numerose lettere inviate) sono irreali ed inconcludenti per il presidente, in quanto legate alla recente offerta di Granarolo partita con una campagna da 1,29 euro.
“Noi rispondiamo invece che se Centrale vuole speculare, visto che ha di recente chiuso con un bilancio di ben 10 milioni di euro di utile – precisa il dirigente - non è giusto scaricare il rischio d’impresa sui produttori“.
Ad essere chiamate in causa anche le maggiori cooperative di allevatori che avrebbero firmato l’accordo con la Centrale accettando la flessione del costo di vendita, costrette, sembra, da un ventilato non ritiro del prodotto, a partire dal primo di aprile 2010.
“Non accettiamo questo comportamento vessatorio e dunque pretendiamo un incontro con le istituzioni e i dirigenti della Centrale – conclude il presidente - di fatto il vero problema è che non si parte dal prezzo di produzione ma da quello di mercato. Il costo di vendita ideale, per l’allevatore, sarebbe di 39 centesimi”.
Altri temi dovranno essere però dibattuti, tra di essi in primo piano c’è l’indicazione obbligatoria della provenienza del prodotto sulle etichette, 'Perché - conclude David Granieri- chi vende campagna romana deve riconoscere e rispettare campagna romana' .