Organizzazioni Agricole
Confagricoltura, Cia e Copagri chiedono una conferenza nazionale sull'agricoltura
Presentato a Roma il documento unitario per il rilancio del settore
Il mondo agricolo italiano paga l’assenza di un’organica politica agraria nazionale. Per questo proponiamo la convocazione di una Conferenza nazionale sull’agricoltura e lo sviluppo rurale come sede per costruire insieme -istituzioni e rappresentanze- una nuova politica agraria nazionale che si ponga l’obiettivo di delineare un percorso di modernizzazione per la competitività delle imprese agricole e di riorganizzazione dell’intero sistema primario. E’ quanto si sottolinea nel documento unitario di Cia-Confederazione italiana agricoltori, Confagricoltura e Copagri sulla nuova politica agricola nazionale presentato e illustrato oggi a Roma dai rispettivi presidenti Giuseppe Politi, Federico Vecchioni e Franco Verrascina.
Così dopo la presentazione a Lecce durante la Conferenza economica della Cia, svoltasi nelle scorse settimane, del documento sulla Politica agricola comune, le tre confederazioni hanno incentrato la loro attenzione sull’attuale difficile situazione dell’agricoltura italiana e indicato una serie di proposte operative per garantire il rilancio dello sviluppo e della competitività delle imprese.
Il documento -come hanno affermato durante l'incontro pubblico- i presidenti Politi, Vecchioni e Verrascina- parte da un’analisi di fondo del panorama agricolo nazionale. Il settore -si sottolinea- sta attraversando un periodo di grave e prolungata crisi: dal 2000, mentre le imprese agricole europee crescono in termini di competitività e redditività, quelle italiane rimangono “al palo”.
Nell’ultimo anno il reddito agricolo è calato, in Italia, del 25,3 per cento, il doppio della media europea. I prezzi agricoli alla produzione hanno subito una flessione del 12,4 per cento. Crescono l’indebitamento delle aziende e le sofferenze bancarie. La progressiva riduzione della superficie agricola mostra una pericolosa tendenza all’abbandono ed al degrado dell’ambiente rurale. Migliaia di agricoltori sono stati costretti a cessare l’attività agricola (tra il 2000 ed il 2007 l’agricoltura perde 474 mila aziende, un quinto del totale censito). Solo 112 mila aziende hanno un conduttore giovane. Nell’agricoltura italiana non vi è ricambio generazionale
A tutto ciò -si legge nel documento di Cia, Confagricoltura e Copagri- vanno aggiunti i nodi non ancora sciolti, quali l'eccessiva frammentazione aziendale, la rarefazione delle economie di relazione e la debolezza delle organizzazioni economiche, gli alti costi di produzione, l'eccessivo costo dei terreni, il peso della burocrazia.
Non solo. La rapida e progressiva affermazione anche in Italia della Gdo (Grande distribuzione organizzata) ha completamente modificato le modalità di distribuzione dei prodotti agroalimentari ed allo stesso tempo cambiato profondamente le relazioni tra i vari attori della filiera, imprese agricole comprese. Da ciò consegue che -hanno rilevato Politi, Vecchioni e Verrascina- le prospettive della ripresa dell’agricoltura sono legate alla capacità di correggere il malfunzionamento dei mercati e di contrastare gli effetti della volatilità dei mercati e delle manovre speculative.
Cia, Confagricoltura e Copagri propongono, quindi, quattro direttrici sulle quali agire: regolazione dei mercati, misure per la competitività, semplificazione, ricambio generazionale e aggregazione fondiaria.
Per quanto concerne la regolazione dei mercati, il documento evidenzia la necessità di organizzazioni economiche, interprofessionali e accordi di filiera, di una politica della concorrenza, gestione dei rischi di mercato. Si sollecita, in particolare, la costituzione di organizzazioni di produttori ed interprofessionali ampiamente rappresentative ed autorevoli, di rilanciare ed incentivare la commercializzazione sulla base di accordi contrattuali, di introdurre più trasparenza nei processi di formazione dei prezzi lungo la filiera alimentare e più informazione ai consumatori a partire dall’etichettatura di origine; di rafforzare gli strumenti di gestione dei rischi di mercato (assicurativi e fondi di mutualità) ed i servizi finanziari volti a ripristinare i margini di liquidità delle imprese in situazioni di crisi di mercato.
Per accrescere la competitività delle imprese, andrebbero stabilizzate alcune agevolazioni essenziali per la riduzione dei costi a carico delle imprese e previste due nuove misure finalizzate a ridurre il costo del lavoro per le aziende operanti nelle zone ordinarie ed estendere i benefici del credito di imposta per gli investimenti (cosiddetta “Tremonti ter”) a tutte le imprese agricole.
Per semplificare il rapporto tra Pubblica amministrazione e impresa agricola è indispensabile, per Cia, Confagricoltura e Copagri, rendere obbligatoria e generalizzata la cooperazione interamministrativa e più celeri e certi i tempi e le procedure delle decisioni amministrative; realizzare il sistema di misurazione e controllo della burocrazia per indirizzare l’intervento del legislatore verso le aree di maggiore inefficienza; introdurre nel nostro ordinamento la regola della valutazione d’impatto burocratico delle nuove leggi e provvedimenti amministrativi; costruire l’anagrafe delle aziende agricole-carta dell’agricoltore.
Un’azione che si deve articolare in precisi ambiti operativi: domanda unica Pac; fascicolo unico digitale e registro unico aziendale; procedimenti amministrativi; sportello unico per le attività produttive e le imprese; adempimenti in materia di lavoro; legislazione sulla sicurezza alimentare; razionalizzazione del sistema dei controlli; legislazione in materia di ambiente.
Nel documento si rimarca, infine, l’opportunità di definire un piano di azione organico per promuovere l’aggregazione fondiaria; sostenere il ricambio generazionale e la costituzione di nuove imprese; favorire l’attrattività e la sostenibilità dell’attività agricola. Le azioni da sviluppare riguardano: la fiscalità di vantaggio, l’adeguamento della legislazione in materia di consolidamento e sviluppo dell’impresa agricola alle nuove figure professionali, l’accesso al fattore terra e al capitale finanziario, il sostegno alle attività delle imprese giovani.