Organizzazioni Agricole
Fedagri, le cooperative reggono alla crisi
Nel 2009 diminuiscono soci produttori e addetti, cala il numero delle micro cooperative e aumentano le dimensioni aziendali. La mutualità prevalente si conferma all’81,5%. Tra i segnali positivi, la crescita del fatturato all’estero (+12%) nei primi otto
“Non c’è nulla di sorprendente nel constatare che anche le nostre cooperative stiano subendo una pesante riduzione dei margini lordi e della produttività, a causa della più grave crisi economica che il nostro Paese abbia mai vissuto dal dopoguerra ad oggi”. È realista Maurizio Gardini, da poco più di un anno alla guida di Fedagri-Confcooperative - organizzazione leader della cooperazione agroalimentare italiana in termini di fatturato, cooperative aderenti, produttori associati e occupati - che nella consueta conferenza stampa di fine anno, ha illustrato oggi i dati consuntivi e l’impatto della crisi economica sul sistema cooperativo.
“I numeri ci dicono in primo luogo che non c’è stata alcuna contrazione delle imprese associate”, ha dichiarato Gardini. Al 31 ottobre 2010, le cooperative aderenti al sistema Fedagri sono 3.602 imprese, con un saldo attivo di 70 cooperative (+2%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: 150 sono stati i recessi e le liquidazioni, 220 le nuove adesioni.
“La crisi economica che ha interessato tutti, nessuno escluso – ha proseguito Gardini – ha tuttavia lasciato, come era prevedibile, qualche segno meno anche nei numeri di Fedagri”. Secondo i dati consuntivi del Centro Studi Elabora – Confcooperative, 465.000 è il totale dei soci produttori nel 2009 (nel 2008 erano 497.570, con un calo del 6,5%). Più contenuto (-1,2%) il calo del fatturato complessivo generato, che si attesta sui 25,2 miliardi di euro, contro i 25,5 dell’anno precedente. I livelli occupazionali, infine, sono passati da 65.540 del 2008 a 63.827 del 2009 (-2,6%), ma secondo le ultime rilevazioni congiunturali del Centro Studi Elabora – Confcooperative, si stanno smorzando le tensioni sul fronte occupazionale ed è in atto un riassorbimento degli addetti delle cooperative coinvolte maggiormente dalla crisi.
“Punto di forza della cooperazione di Fedagri si conferma anche per il 2010 il rapporto con i soci e la valorizzazione del loro lavoro – ribadisce con orgoglio il presidente Gardini: il livello medio della prevalenza mutualistica nelle cooperative aderenti si è infatti attestato anche quest’anno all’81,5% (Elabora, settembre 2010). Sono aumentate le dimensioni medie delle imprese associative, con una costante riduzione delle micro-cooperative: oggi le prime 100 imprese per volumi di ricavi aderenti a Fedagri superano tutte i 30 milioni di euro di fatturato. Cresce anche l’apporto di capitale da parte dei soci: ormai meno del 45% delle cooperative aderenti a Fedagri ha un capitale sociale inferiore a 10.000 euro (rispetto al 75% della cooperative attive in Italia).
“Non vorrei apparire il fautore delle grandi cooperative – ha commentato Gardini – ma è fin troppo evidente che le aziende sottodimensionate hanno molte più difficoltà ad affrontare la crisi che ancora ci accompagnerà nei prossimi mesi”.
Ma quali sono le previsioni per il futuro delle cooperative Fedagri? Dall’ultima analisi congiunturale effettuata lo scorso novembre dal centro studi Elabora, risultano deboli le aspettative delle cooperative su una crescita degli ordini a breve termine, per via della forte stagnazione della domanda interna negli ultimi mesi e del generale clima di incertezza: il 50% delle cooperative agricole non prevede variazioni della domanda o degli ordini nei prossimi mesi, ma il 38% è più ottimista e si aspetta una ripresa degli ordini nel breve periodo. Una quota minore di cooperatori, il 12%, attende una diminuzione della domanda per i prossimi mesi.
Va meglio sul fronte della dinamica della domanda estera che fa invece segnare un’accelerazione superiore alle attese. Le cooperative aperte ai mercati internazionali registrano recuperi ampi e generalizzati: è cresciuto del 12% il fatturato nei primi otto mesi del 2010 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e un +19% è atteso a gennaio 2011.
Restano negative le previsioni sull’andamento generale dell’economia del paese: si rafforzano le attese di stazionarietà (il 70,6% dei cooperatori agricoli continua a non prevedere alcun miglioramento a breve termine per l’economia nazionale), ma aumenta la quota di chi si dichiara fiducioso su un andamento favorevole dell’economia italiana nei prossimi mesi (è il 17,6%) e si riduce quella dei pessimisti (è l’11,8%).
Se si registrano aspettative positive sull’aumento del fatturato (ne è convinto il 45% di cooperatori agricoli, contro il 38% che prevede una stazionarietà dei ricavi e il 17% una flessione), non ci sono al momento segnali incoraggianti sul fronte della spesa per gli investimenti. Meno di un cooperatore agricolo su tre (il 30%) prevede di aumentare gli investimenti il prossimo anno, a causa delle difficoltà di accesso al capitale di credito: nei primi otto mesi del 2010 il 25% dei cooperatori agricoli che si sono rivolti al sistema bancario per un prestito si è visto respingere la domanda di credito o erogare un finanziamento inferiore a quello richiesto.
Attraverso la Distribuzione Organizzata più di un terzo delle vendite
I dati relativi ai fatturati delle cooperative agroalimentari di Fedagri mostrano come sul mercato nazionale il principale canale di vendita sia la Grande Distribuzione Organizzata (GDO), che assorbe un terzo delle vendite delle imprese associate (32,7%), seguono i grossisti (21,3%), le vendite a piccoli negozi tradizionali (10,4%) e le vendite al canale HORECA (8,3%).
Vendite alla Grande Distribuzione 32,7%
Vendite a grossisti 21,3%
Vendite a dettaglianti 10,4%
Vendite al canale HORECA (ristorazione, alberghi, bar, mense) 8,2%
Vendite a imprese di trasformazione cooperative 7,9%
Vendite a imprese di trasformazione non cooperative 7,6%
Altro (tra cui vendita diretta) 11,8%
Fatturato totale 100,0%
(Distribuzione del fatturato delle cooperative Fedagri per canale di vendita in Italia – Fonte: Fedagri-Confcooperative, dati 2009)
Cresce la quota di fatturato derivante dalle esportazioni: dagli ultimi dati resi noti da Elabora - Centro Studi Confcooperative, l’agroalimentare si conferma il settore cooperativo “più internazionalizzato”: il 18% delle cooperative attive è infatti esportatore abituale, contro il 4% della media Confcooperative.
Le esportazioni coprono il 7,4% delle vendite delle cooperative Fedagri (per un fatturato complessivo di circa 2 miliardi di euro). La propensione all’export è leggermente superiore nelle realtà del Nord Italia (7,6% rispetto al 6,5% nel Centro-Sud).
Il mercato di riferimento delle cooperative Fedagri, analogamente a quanto accade per l’intero settore agroalimentare, è soprattutto quello europeo, che assorbe il 69% delle esportazioni; in particolare sono i Paesi della vecchia UE-15 a costituire i principali mercati di sbocco (63% delle esportazioni complessive). Rilevante comunque anche il ruolo del mercato statunitense, cui è diretto il 13% dell’export delle cooperative Fedagri.
“Accanto a cooperative più strutturate e maggiormente orientate all’estero, nella nostra organizzazione esistono diverse realtà aziendali che commercializzano i loro prodotti direttamente attraverso i propri punti vendita, nel cosiddetto mercato di prossimità”. La vendita diretta in Fedagri vale 2,1 miliardi di euro, ovvero l’8% del fatturato complessivo prodotto ogni anno dalle cooperative di Fedagri, con un trend di crescita del +12% dal 2006 al 2009.