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Firmato l'accordo sull'esportazione di riso italiano in Cina
Via libera all'accordo sull'esportazione di riso italiano in Cina. E' stato infatti sottoscritto a Pechino il protocollo fra il ministero delle Politiche agricole, rappresentato dall'ambasciatore italiano in Cina Luca Ferrari, e l'Amministrazione generale delle Dogane della Repubblica popolare cinese, un documento che consente l'esportazione in Cina di riso da risotto. L'intesa "corona concretamente un negoziato diplomatico e tecnico andato avanti per anni con il coinvolgimento del Servizio fitosanitario nazionale, condotto insieme alle rappresentanze dei risicoltori e delle imprese risiere italiane", segnalano dal ministeri.
Secondo la Fao, la Repubblica popolare cinese e' il primo produttore mondiale di riso, seguito dall'India.
"E' un accordo rilevante a cui tenevamo in modo particolare", sottolinea la ministra Teresa Bellanova, "che stabilisce i requisiti fitosanitari da soddisfare per esportare riso da risotto italiano in Cina e consente, di fatto, l'apertura di questo importantissimo mercato per un prodotto di punta della nostra agricoltura. Come si ricordera', avevo previsto di recarmi a Pechino per sottoscrivere personalmente l'intesa. Di fronte alle restrizioni alle visite all'estero indotte dal Coronavirus, di concerto con la Farnesina ho deciso di autorizzare l'Ambasciatore Luca Ferrari a firmarlo in mia rappresentanza con il Ministero delle Dogane cinese, rafforzando in tal modo le relazioni bilaterali tra Italia e Cina in ambito agricolo".
Con le oltre 200 varieta' iscritte al registro nazionale, ognuna con le proprie peculiarita', l'Italia rappresenta il leader del settore nell'Unione Europea, assicurando oltre il 50% della produzione di riso europeo. Il riso italiano si distingue da quello coltivato nel resto del mondo grazie a varieta' tipiche e apprezzatissime come il Carnaroli, l'Arborio, il Vialone Nano, il S. Andrea e il Baldo. Produzioni di eccellenza, valorizzate grazie ai marchi Dop e Igp che riconoscono le specificita' dei territori di origine, come la Baraggia biellese e vercellese, o le aree geografiche tipiche del Carnaroli pavese, il Vialone Nano veronese, il riso del Delta del Po. (Agenzia Dire)