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Ismea, produzione 2019 a 365 mila tonnellate. Prezzi extravergine in calo del 44%
Stimata da Ismea in circa 365 mila tonnellate, sulla base delle dichiarazioni dei frantoi effettuate fino a metà marzo e con le operazioni di frangiture ormai praticamente finite, la produzione nazionale di olio di oliva del 2019, più del doppio della scarsissima annata 2018. Una buona annata, ma lontana dall’essere considerata abbondante. Solo osservando le campagne più recenti, la produzione ha superato le 400 mila tonnellate nel 2015 e nel 2017. I risultati produttivi dividono perfettamente in due la Penisola: al Nord ci sono delle riduzioni importanti che in alcuni casi hanno portato quasi all’azzeramento dei volumi, mentre gli incrementi sono tutti concentrati nelle regioni del Sud, alcune delle quali hanno raddoppiato o triplicato gli scarsi volumi della campagna scorsa. I prezzi dell’extravergine italiano nel primo trimestre del 2020 evidenziano, secondo le rilevazioni Ismea, un -44% rispetto al primo trimestre dello scorso anno
A livello mondiale, però, il dato produttivo di questa campagna sembrerebbe inferiore alla precedente (-5%), risultato di due situazioni contrapposte nella Ue e fuori dai confini comunitari. Il peso maggiore è chiaramente quello della Ue a seguito di una flessione piuttosto considerevole della Spagna che, secondo le ultime stime di Madrid, dovrebbe avere una produzione di 1,16 milioni di tonnellate, ben il 35% in meno su base annua. In crescita, invece, la produzione della Grecia sebbene con un tasso di incremento inferiore a quanto ci si aspettasse ad inizio raccolta. A crescere sono anche altri produttori “terzi” in primo luogo la Tunisia che con 300 mila tonnellate segna un +150% rispetto allo scorso anno e la Turchia (+36%).