Organizzazioni Agricole
L'export del vino rialza la testa
Nei primi sette mesi le esportazioni hanno registrato un incremento del 4% in volume e del 6,9% in valore
Il periodo più brutto e alle spalle. Il vino Made in Italy sembra infatti essere uscito dalla crisi. A confermarlo sono i dati relativi alle esportazioni che nei primi sette mesi hanno registrato un incremento del 4% in volume e del 6,9% in valore. Conquiste importanti sono poi state fatte con i consumatori asiatici con una crescita di volumi del 74% e del 60% sui mercati dell'estremo Oriente.
La conferma di questo miglioramento del settore arriva dal direttore generale di Assoenologi Giuseppe Martelli che ha commentato le conclusioni dell'Ufficio Studi dell'associazione sui dati dell'export a luglio dell'Istat. “Dopo aver accusato il colpo di una redditività in calo nel 2009 (-6,5% in valore) il vino italiano - commenta Martelli - rialza la testa al traino soprattutto della domanda boom per le bollicine italiane: da gennaio a luglio lo spumante ha segnato un +21% nei volumi e +10,3% in valore. Mentre il vino imbottigliato ha riportato +4% in volume e +8,4% in valore e quello sfuso consegne stabili ma una forte contrazione dei valori (-9,3%)”.
Assoenologi segnala inoltre che la domanda è stabile nell'Unione Europea, che detiene una quota prossima al 54% dell'intero export, mentre sono in forte ripresa i Paesi Terzi che assorbono il rimanente 46%. In particolare buoni risultati si stanno ottenendo nell’Estremo Oriente, in Nord America (+12,3% in valore e +9,2% in valore), nei Paesi extra Ue (+14% in valore e +5% in volume) e in Sudamerica (+54% in volume e +47% in valore), Brasile in testa (+72%). Complessivamente i mercati esteri – aggiunge Martelli - sono riusciti nel periodo considerato ad assorbire 450 mila ettolitri in più rispetto al 2009, offrendo una valvola di sfogo a un mercato interno saturo.
Sul fronte interno gli italiani invece si stanno disaffezionando al vino e la previsione di Assoenologi è che nel 2015 i consumi interni scenderanno sotto la soglia dei 40 litri pro capite, con un calo di circa il 70% rispetto agli anni '70.
Per quanto riguarda la vendemmia 2010 Assoenologi rileva, che a causa del clima di settembre e ottobre la qualità della vendemmia 2010 è più che buona ma senza significative eccellenze.
Nello specifico Martelli spiega che l’imperversare della pioggia in molte zone non ha trasformato la produzione da più che buona a più che ottima con diverse punte di eccellenze. La quantità si conferma a 45,5 milioni di ettolitri di vino e mosti, praticamente uguale a quella del 2009 (45.800.000). Il Veneto (8.180.000 ettolitri) si conferma, per il quarto anno consecutivo, la regione italiana più produttiva. Veneto, Emilia Romagna, Puglia e Sicilia insieme producono 26.230.000 ettolitri, ossia quasi il 60% di tutto il vino italiano. Si registra un aumento della produzione di tutte le regioni, fatta eccezione per la Toscana (-10%), l'Emilia Romagna (-5%), la Sardegna (-15%), il Friuli Venezia Giulia (-5%), il Trentino Alto Adige (-10%) e la Sicilia che cala di un 30%.