Trend & Mercati
La crisi non spaventa le carni avicole
Per il 2010 le produzioni avicole dovrebbero assestarsi su valori prossimi a quelli del 2009
L'industria avicola italiana resiste alla crisi: nonostante un calo di 3,6 punti dei consumi alimentari nel 2009, la produzione e il consumo di carni avicole hanno registrato un lieve aumento, rispettivamente del 1,9 % e del 2,1 %. In aumento la produzione di uova, cresciuta dell'1%, mentre si registra un leggero calo dei consumi totali, pari allo 0,7 %, la cui ragione e' la necessita' di destinare una maggiore quantita' di prodotto ad altri mercati. Stabile il fatturato del settore: 5.320 milioni di euro (3.840 milioni per le carni e 1.480 per le uova), (+0,38%) rispetto al 2008.
Lo sottolinea l'Unione Nazionale Avicoltura (Una.) Dall'inizio del terzo millennio ad oggi il fatturato del settore - tenuto conto del tasso cumulato di inflazione 2000/2009 (pari al 20,61%) - e' rimasto sostanzialmente invariato. Il pollame e le uova continuano cioe' a pesare sulla spesa alimentare degli italiani la stessa cifra (anzi, addirittura un po' meno) dell'anno 2000 nonostante gli aumenti dei costi che i produttori hanno subito a seguito dell'introduzione dell'euro e dei rincari delle materie prime cerealicole e dell'energia.
"Prosegue senza battute d'arresto la ripresa del settore avicolo iniziata nel 2007 e consolidatasi nel 2008 - commenta Aldo Muraro, Presidente dell'Unione Nazionale dell'Avicoltura, la piu' importante organizzazione italiana di produttori del settore. - L'avicoltura italiana ha saputo reagire bene alla crisi e i prodotti avicoli continuano a svolgere un ruolo determinante nell'alimentazione degli italiani, grazie anche alla loro capacita' di coniugare gusto, sicurezza e praticita' d'uso alle esigenze economiche della popolazione.
Per il 2010 le produzioni avicole dovrebbero assestarsi su valori prossimi a quelli del 2009." Sul fronte della redditivita' il quadro offerto dai prodotti avicoli e' relativamente positivo. I prezzi sono calati del 2,8% per il pollo e del 5,1% del tacchino, ma i costi di produzione sono scesi del 7-8% grazie al ridimensionamento dei costi delle materie prime cerealicole, dopo gli aumenti spropositati verificatisi nel 2007 e 2008. Positiva anche l'annata delle uova: quelle destinate al consumo diretto i prezzi sono cresciuti del 4% e i costi si sono ridotti del 10% mentre uelle destinate all'utilizzo nei vari prodotti alimentari (circa il 36% del totale) i prezzi sono risultati allineati ai costi. La produzione nazionale di carni di pollame, nell'anno 2009, ha toccato quota 1.197.300 tonnellate (+1,9 rispetto al 2008). Nel dettaglio, spicca l'aumento del 4% della produzione di carne di pollo (741.800 tonn.). Sale anche la produzione di carne di gallina, +1,9% rispetto al 2008 (87.800 tonn.).
Complessivamente positivo il bilancio per quanto riguarda i consumi totali di carni avicole, pari a 1.118.300 tonnellate (+2,1% rispetto al 2008). Il consumo medio per abitante e' di 18,62Kg (contro i 18,40 del 2008 ed i 17,69 del 2007). Nella hit parade delle carni preferite, si conferma al primo posto quella di pollo con Kg 11,73 per abitante, (Kg 11,28 nel 2008), mentre il tacchino perde punti nelle preferenze dei consumatori con Kg 4,14 (Kg 4,20 nel 2008). I consumi dei vari tagli del pollo, secondo le stime dell'UNA, si ripartiscono cosi': 15% di prodotto intero, 64% sotto forma di parti sezionate (petti, cosce, ecc.), 21% sotto forma di prodotti elaborati (pollo ripieno o completato con odori o contorni, spiedini, hamburger, salsicce, involtini, ecc.) e trasformati (wurstel, arrosti, cotolette, polpette, ecc). Per la carne di tacchino: 2% di intero (in particolare in occasione delle festivita' natalizie), 79% di parti sezionate (fesa, cosce, sovraccosce, ossobuco, ecc.), 19% sotto forma di prodotti elaborati e trasformati (fesa arrosto, wurstel, etc.).
Sale anche la produzione di uova: nel 2009 ne sono state prodotte 13 miliardi e 84 milioni contro i 12 miliardi e 952 milioni del 2008 (+1%), mentre e' stabile il consumo con 12 miliardi e 901,5 milioni di uova, contro i 12 miliardi e 991,5 milioni del 2008 (-0,69%). Il consumo medio per abitante nel 2009 e' di 215 uova, contro le 218 del 2008. Sono proprio le famiglie quelle che hanno acquistato la quota maggioritaria (il 64%), pari a 150 uova. Le restanti 65 uova, sono state consumate sotto forma di pasta, dolci e preparazioni alimentari varie.
Per il 2010, sulla scorta dei dati disponibili, le produzioni avicole nazionali dovrebbero assestarsi su valori molto prossimi a quelli del 2009, con un aumento ulteriore nella produzione di pollo (+4-5%). Le proiezioni del tacchino appaiono invece stazionarie, le altre specie avicole in riduzione. Per le uova da consumo il trend prevedibile dei prossimi anni e' quello della riduzione causata dalla graduale sostituzione dei vecchi sistemi di allevamento, come voluto dalla Commissione Europea.