Ricerca Agricola
Le biotecnologie avanzano di un +8%
La marcia dell’agricoltura biotech nel pianeta non si ferma. Nell’anno appena trascorso il settore ha registrato +8% rispetto al 2010, passando da 148 milioni a 160 milioni di ettari coltivati. Leader del comparto restano gli Stati Uniti con 69 milioni di ettari coltivati, mentre il Brasile si conferma per il terzo anno consecutivo come la 'locomotiva' mondiale di questa crescita, rimanendo in testa alla schiera dei Paesi in via di sviluppo con quasi 5 milioni di ettari in piu', facendo segnare un aumento del 20% rispetto al 201.
I dati sono stati ufficializzati dall’ultimo rapporto annuale dell'Istituto internazionale per la promozione delle colture biotech (Isaaa). In particolare è spiegato che nel corso del 2011 sono stati quasi 17 milioni gli agricoltori che in tutto il mondo hanno coltivato biotech: i contadini poveri dei Paesi in via di sviluppo rappresentano la fetta piu' grossa, oltre il 90% del totale. Nei Paesi in via di sviluppo si concentra quasi la meta' di tutte le coltivazioni biotech mondiali: nel 2011 hanno fatto segnare una crescita dell'11% (8,2 milioni di ettari) contro il 5% (3,8 milioni di ettari) dei paesi industrializzati. Il sorpasso, secondo le ultime stime, avverra' nel 2012. I cinque Paesi in testa tra quelli in via di sviluppo sono India, Cina, Brasile, Argentina e Sud Africa, che insieme rappresentano il 40% della popolazione mondiale.
In questo contesto l'Europa è nettamente dietro: il primo paese in graduatoria e' la Spagna, ferma al 17esimo posto. In ogni caso, anche se in misura minore, il Vecchio Continente fa segnare una crescita positiva per il biotech in agricoltura. Gli ettari coltivati a mais geneticamente modificato sono passati da 91mila a 114mila: la Spagna ha registrato una crescita del 27% e il Portogallo addirittura del 59%.