Organizzazioni Agricole
Olio, il j'accuse di Unaprol
“Il furto d’identità rende il doppio sul mercato mondiale per quelle aziende che vendono fraudolentemente olio extra vergine di oliva spacciandolo per made in Italy e utilizzano falsamente la leva dell’origine come un bancomat”. La denuncia di Massimo Gargano, presidente di Unaprol – consorzio olivicolo italiano giunge in occasione dell’audizione parlamentare della Commissione Agricoltura del Senato convocata sui problemi del comparto dell’olio di oliva dal presidente sen. Paolo Scarpa Bonazza Buora.
Il consumo internazionale è in aumento e le scelte di acquisto si spostano sempre più verso i prodotti di alta qualità: extra vergine, DOP, biologico; ma questo trend positivo non spiega la caduta dei prezzi del prodotto di qualità italiano, giunti ai minimi livelli degli undici anni. “Una situazione che non è provocata da eccedenze produttive – afferma Gargano – anche perché - ha poi aggiunto - le avverse condizioni climatiche dell’ultimo biennio hanno ridotto l’offerta di olio a livello mondiale”.
Ad accendere i riflettori sul settore alcuni dati dell’Annunario Economico alimentare 2010-2011 in base ai quali il comparto oleario regge ai contraccolpi della crisi. Il 67% degli operatori chiude il bilancio in utile e per il 57% vi è stato un incremento di fatturato. Lo studio è stato curato a partire dall’analisi dei dati di bilancio relativi ad un campione composto da 109 società di capitali, con fatturato superiore al mln di euro, che operano nel comparto in questione.
“Emerge un quadro in controtendenza rispetto al contesto generale - afferma Gargano - ma non tutti gli incrementi di fatturato hanno portato ricchezza alle aziende che veramente producono e vendono esclusivamente olio extra vergine di qualità I.O.O.% made in Italy. Nella quasi totalità dei casi gli utili di esercizio e i trend positivi di crescita hanno riguardato soggetti estranei alle filiere agricole italiane certificate che hanno sottratto ricchezza all’agricoltura italiana spacciando per olio extra vergine di oliva italiano un prodotto frutto di altre miscele”.
In un dossier predisposto per l’audizione parlamentare Unaprol chiede più controlli per garantire sicurezza alimentare e rispetto delle regole di mercato; nuove azioni per il riequilibrio dei poteri lungo la filiera, soprattutto nei confronti della GDO; più risorse per la comunicazione nei confronti del consumatore.
In particolare, secondo Unaprol, servirebbe una nuova formula basata su pagamenti erogati direttamente agli agricoltori che partecipano a filiere “tracciate”.
“Queste misure – ha concluso Gargano – devono essere finalizzate al conseguimento degli obiettivi europei in termini di sviluppo territoriale e di mercato agricolo perché non si può continuare a finanziare con i soldi dei produttori soggetti estranei al mondo della produzione agricole”.
Gli obiettivi sono: mantenimento del modello di agricoltura europeo in un contesto di salvaguardia della biodiversità e del paesaggio agrario; qualità degli alimenti a prezzi equi per i consumatori; mantenimento della popolazione sul territorio attraverso la valorizzazione e la diversificazione produttiva elle aree rurali; efficienza e competitività della filiera, mantenimento di una rete di sicurezza per i produttori; riduzione dell’inquinamento e produzione di energie rinnovabili per fronteggiare i cambiamenti climatici in atto.
LE MISURE URGENTI CHIESTE DAL CONSORZIO OLIVICOLO ITALIANO
Di seguito sono riportate le azioni che si ritiene necessario avviare per sostenere il sistema olivicolo italiano, utilizzando gli strumenti di programmazione esistenti, tra cui il piano olivicolo nazionale, la programmazione dello sviluppo rurale, della ricerca agricola, della promozione e dei contratti di filiera:
avviare con sollecitudine la seconda tranche del finanziamento già previsto per la campagna di comunicazione televisiva sul made in Italy dell’olio di oliva. La prima serie televisiva ha contribuito a determinare un importante spostamento dei consumi verso il prodotto made in Italy;
riconoscimento da parte del Ministero, tra i disciplinari di qualità dei prodotti agro-alimentari della alta qualità italiana dell’olio extravergine di oliva, basata sul possesso dei seguenti parametri: origine nazionale dell’olio, note sensoriali e parametri analitici più restrittivi rispetto al prodotto convenzionale;
utilizzazione delle linee di indirizzo del piano olivicolo per riorientare le priorità dei PSR in merito all’aspetto della competitività e dell’impatto ambientale assicurando sostegno alle azioni di realizzazione di nuovi impianti produttivi (nuovi oliveti), l’ammodernamento della rete dei frantoi, ivi compresa la riutilizzazione dei sottoprodotti (acque di vegetazione e sanse);
revisione della normativa esistente sul riutilizzo delle acque di vegetazione e della sansa vergine migliorate per evitare che possano essere considerate come rifiuti speciali;
potenziamento conseguente delle azioni di ricerca, innovazione tecnologica e trasferimento delle nuove tecnologie attraverso la riapertura dei bandi per la ricerca del Mipaaf e quelli del MIUR e l’immediata riorganizzazione del CRA Oli;
completamento della normativa esistente in tema di somministrazione dell’olio presso i pubblici esercizi (bar, ristoranti, catering) introducendo l’obbligo del tappo antirabocco e dell’utilizzazione delle monodosi;
completamento della normativa comunitaria relativa alla corretta alimentazione nelle scuole (Regg. 1913/06-697/09) attraverso al consumo di frutta ed ortaggi nelle scuole con l’utilizzazione di olio di oliva made in Italy per il condimento degli ortaggi previsti;
precisazione dell’attuale normativa sui bandi prevedendo per le mense aziendali pubbliche (scuole, ospedali, ecc.) l’esclusivo utilizzo di prodotti made in Italy con priorità per quanto riguarda l’olio dell’extravergine, DOP o bilologico, quest’ultimo tracciato made in Italy.
Contratti di filiera:
allargamento delle aree previste nei contratti di filiera estendendo la base normativa del decreto ministeriale 1 agosto 2003 art. 1 comma 2°;
apertura di un nuovo contratto di filiera prevedendo tra le azioni ammissibili al finanziamento anche quelle relative all’acquisto di beni materiali per consentire la riacquisizione in mani italiani di marchi ceduti a società estere ovvero al riposizionamento e rilancio di marchi italiani;
apertura di un tavolo tecnico di approfondimento per la gestione delle procedure e dei soggetti sottoposti ai controlli in relazione alla nuove normativa comunitaria di cui al Reg. (CE) 182/09.