Organizzazioni Agricole
Olio: la rete dei frantoi fa sistema
Per combattere la crisi ed essere più competitivi, la rete dei frantoi italiani fa sistema, supera le sigle di appartenenza ed avvia un processo di fusione.
Aifo e For, due tra le più rappresentative associazioni di frantoiani in Italia hanno deciso-silegge in una nota - di organizzarsi in un unico organismo di rappresentanza che cambia radicalmente il sistema dei frantoi, diventando il primo polo della trasformazione d’eccellenza in Italia.
“Un passaggio obbligato dalla globalizzazione dei mercati, ma sostenuto da una scelta convinta di voler determinare il cambiamento e non di subirlo”. Afferma Piero Gonnelli presidente dell’Aifo che aggiunge, “dobbiamo convergere i nostri impegni su un unico obiettivo: ridurre i costi delle imprese dei frantoi, agganciare gli strumenti della competitività anche attraverso l’opportunità di valorizzare i sottoprodotti della lavorazione delle olive e dell’olio e affrontare con successo la strada dell’innovazione e della modernizzazione della rete dei frantoi italiani”.
I frantoi in Italia rappresentano l’industria di prima trasformazione delle olive. Sono circa 6mila e operano in tutto il Paese da Nord a Sud della Penisola ed oltre il 50% è dislocato nel Sud Italia dove tra Puglia, Calabria e Sicilia si produce oltre il 75% dell’intera produzione olivicola nazionale.
“Per fare un passo in avanti occorre farne prima due indietro”. Riferisce Sebastiano Paladino presidente del FOR che annuncia di voler sostenere la fusione con l’Aifo per “agevolare la costituzione di una nuova organizzazione, unitaria, articolata e decentrata sul territorio; autorevole e rappresentativa con le istituzioni politiche regionali, nazionali e sovranazionali, che sia momento di sintesi nei confronti della politica e di dialogo con i consumatori”.
Dopo il varo della nuova legge europea sull’etichettatura e la nascita in Italia di I.O.O.% qualità italiana il primo consorzio di filiera tutta agricola e italiana, ispirato da Unaprol, il sistema della trasformazione si adegua anche nei numeri e punta a migliorare il sistema della trasformazione di qualità del vero prodotto italiano.
“Siamo di fronte ad un grande cambiamento. Afferma il Presidente di Unaprol Massimo Gargano. Il frantoio del terzo millennio sarà sempre più impresa artigiana di produzione, servizio e marketing capace di assolvere ad una funzione culturale sociale, ma anche etica; perché – ha poi concluso Gargano il frantoio in quanto tale rappresenta il motore di una micro economia locale che dà valore ad un prodotto e crea ricchezza diffusa sul territorio”.
Su oltre 6mila frantoi, di cui circa 5mila operanti ogni anno in Italia, l’alleanza AIFO-FOR metterà a sistema una rete di oltre 2.150 impianti in tutta la penisola. “Un segnale importante per il mondo della trasformazione – ha aggiunto Piero Gonnelli - che non vuole perdere l’opportunità di rimettersi in gioco per fare la scelta della qualità superiore e della difesa delle origini del vero prodotto italiano”.