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Prezzi all’ingrosso: chiusura d’anno in calo per pollame, burro e panna. Aumenti per agnello ed olio di oliva.
Il 2018 si è chiuso in negativo per i prezzi all’ingrosso della carne di pollame. L’indice elaborato da Unioncamere e Bmti mostra ribassi a dicembre sia per il pollo che per il tacchino, scesi rispettivamente dell’8,3% e del 2,6% rispetto a novembre, sulla scia di una domanda debole. E negativo è anche il confronto rispetto all’anno precedente (-4,8% per la carne di pollo, - 6,2% per la carne di tacchino). Ben più forte la discesa che si registra per le uova, in calo a dicembre di oltre il 20% rispetto a dodici mesi prima. La maggiore richiesta di prodotto che si verifica in coincidenza con le festività natalizie ha impresso invece un forte aumento ai prezzi all’ingrosso della carne di agnello (+13,3%), che, come già osservato nei mesi scorsi, si mantengono più alti anche su base annua (+10,4% rispetto a dicembre 2017). A dicembre si è fermata la discesa dei listini delle carni suine, che rimangono comunque più bassi rispetto a dodici mesi fa (-16,5%).
Nel comparto lattiero – caseario si è interrotta la fase di aumento dei prezzi del latte spot, i cui listini hanno segnato un calo del 2,7% rispetto a novembre. Una flessione che non ha comunque impedito ai prezzi di chiudere il 2018 su livelli più alti rispetto a dodici mesi prima (+12,3%). Ancora un aumento mensile, il quarto consecutivo, per i formaggi a lunga stagionatura (+1,8% rispetto a novembre), sempre sostenuti dai rialzi osservati nei listini di Grana Padano e Parmigiano Reggiano. Segno “più” che caratterizza anche la variazione su base annua (+6,7%). Un andamento positivo per i due formaggi da latte vaccino a cui si è contrapposto il calo che ha invece colpito i prezzi del Pecorino Romano. L’anno si è chiuso negativamente per le materie grasse provenienti dal latte, con ribassi a dicembre per la panna (-7,5%) e il burro (-8,2%). Burro che archivia il 2018 accusando inoltre una pesante contrazione su base annua (-23,7% rispetto a dicembre 2017).
Nel comparto degli oli, nuovi aumenti si sono osservati per i prezzi dell’olio di oliva (+6% rispetto a novembre), grazie ai quali si è anche accentuata la variazione positiva su base annua (+16,2%). Confronto anno su anno che è rimasto negativo invece per gli altri oli alimentari (-6,6%), trend che ha caratterizzato tutto il 2018.
Tra i prodotti della filiera cerealicola, tiepidi segnali di rialzo a dicembre per i prezzi all’ingrosso della semola (sfarinati di grano duro +1,5%), sulla scia degli aumenti registrati per il grano duro. L’anno si chiude all’insegna della stabilità per i listini del riso, dopo la crescita rilevata a ottobre e novembre, con un livello dei prezzi che resta comunque superiore di oltre il 30% rispetto all’anno precedente.