Organizzazioni Agricole
Roma, a rischio la produzione di Kiwi
L’actinidia, più comunemente conosciuto come Kiwi, nella provincia di Roma rischia di scomparire, se non si individua al più resto una strategia medica. A rischio sarebbero ben 339200 tonnellate di prodotto, su una superficie di produzione di 1696 ettari. A lanciare l’allarme David Granieri e Vito Tizzano, direttore e presidente di Coldiretti Roma.
Ad essere chiamata ancora in causa la ormai nota Batteriosi del Kiwi, un cancro batterico che conduce a morte la pianta, una patologia grave di cui non sarebbe stata chiarita la provenienza e, al momento, non sarebbe stata individuata alcuna cura.
Il tema è stato oggetto di un incontro tra alcune associazioni di produttori, la Coldiretti, l’Istituto di patologia vegetale dell’Università e la Regione Lazio, nella persona di Roberto Ottaviani, nuovo direttore vicario del servizio fitosanitario regionale.
“L’allarme è stato già in precedenza ma stiamo assistendo ad una crescita dei focolai, la patologia si sta diffondendo a macchia di leoparto dal Kiwi giallo al verde. Gli agricoltori sono molto preoccupati – spiegano Granieri e Tizzano – dall’incontro è emersa la necessità di istituire un tavolo di natura tecnica per individuare le strategie di cura e un tavolo di natura politica per cercare di trovare le risorse utili a coprire i danni. Come Coldiretti il nostro impegno è soprattutto nel cercare di mantenere in vita questa produzione nella nostra provincia, molto importante dal punto di vista socio economico ed occupazionale”.
Il problema sembrerebbe legato all’importazione del nuovo Jin Tao.
“Il Kiwi giallo, privo di peluria, nasce in Nuova Zelanda ed è frutto di una selezione – spiega Marco Cerboni, responsabile sviluppo locale Coldiretti - Dato che è meno servevole, ossia non si conserva così a lungo come il verde, allora cosa hanno fatto i neo zelandesi? Hanno detto ‘Noi vi diamo il materiale per produrlo, voi lo producete e noi lo rivendiamo’. I nostri produttori hanno iniziato ad operare in tal modo, però dopo 4/5 anni, su queste nuove varietà, è cominciato a svilupparsi velocemente questo cancro batterico che, in tempi rapidissimi, ha colpito anche il kiwi tradizionale. I neo zelandesi negano responsabilità, dicono anzi, che la malattia sarebbe endogena, ci arrivano però alcune voci discordanti, sembrerebbe che sia presente da anni in Nuova Zelanda e che dunque proprio il ‘giallo’ sia l’untore”.
Il Kiwi è un frutto originario della Cina ma è stato reso coltivabile, importato e diffuso dalla Nuova Zelanda, i maggiori esportatori al mondo sono l’Italia (primo per l’emisfero Nord e mondiale, dopo la Cina) e la Nuova Zelanda (primo per l’emisfero Sud, seguito dal Cile, e secondo nel mondo), i due Paesi non sono però in competizione in quanto le stagioni di produzione non si sovrappongono, ma sono equamente divise in semestri. Nell’emisfero Sud (quello che interessa l’Italia) il periodo di commercializzazione va da aprile a novembre, in quello Nord da ottobre a maggio.
Dunque di fatto il frutto è reperibile 12 mesi l’anno. La produzione supera le 500mila tonnellate per l’Italia, al secondo posto c’è la Nuova Zelanda con 300mila. Per l’Italia le principali aree di destinazione sono l’UE (che assorbe l’80 per cento del totale esportato), il Nord America (5%) e l’Estremo Oriente (2%).
Nella provincia di Roma la zona più coltivata in tal senso è quella dei Castelli romani, Castelli e Pianura Pontina nel Lazio sono diventati un luogo ideale di coltivazione per il clima e le caratteristiche del terreno particolarmente fertile, perché di origine vulcanica. Il Lazio, in generale, presenta un clima perfetto (ci spiega sempre il tecnico Marco Cerboni), tanto che in Italia il 30 per cento della produzione è concentrato in questa regione, con un totale di 1499118 tonnellate raccolte, di cui 339200 a Roma, 1054000 a latina e 105918 a Viterbo. Al secondo posto il Piemonte (20 %) e al terzo l’ Emilia Romagna (15%). Seguono Veneto, con il 13 % ed altri mercati minori quali Friuli Venezia Giulia e Calabria.
Tizzano e Granieri ritengono che sia arrivato il momento di lanciare un forte appello alle istituzioni:”Nella provincia di Roma il consumo di Kiwi segue il trend regionale e nazionale: a fronte di una riduzione generale dell’acquisto di frutta è l’unico a non aver subito flessioni, si è anzi registrato un incremento, probabilmente a causa dell’immagine salutistica creata dai mass-media, legata ad un elevato contenuto di vitamina C (85mg per 100g) e ad un rapporto ottimale sodio/potassio. Da qui l’appello che lanciamo al mondo politico perché metta immediatamente in atto tutti gli interventi, sia tecnici che economici, per difendere questa importante risorsa”.