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Sviluppo rurale, ok di Bruxelles al programma nazionale
Arriva l’ok della Commissione europea al programma nazionale di sviluppo rurale per il periodo 2015 - 2020, concordato in sede di Conferenza Stato Regioni, per un finanziamento pubblico totale pari ad 2,14 miliardi di euro. Il finanziamento è suddiviso nelle tre misure di: ‘Gestione del rischio’ per 1,64 miliardi di euro, ‘Investimenti irrigui’ per 300 milioni e ‘Biodiversità animale’ per 200 milioni. Per la gestione dei rischi, il programma mira a consolidare e ampliare a nuovi settori e territori l’assicurazione delle produzioni agricole, sviluppando strumenti nuovi come i fondi di mutualizzazione e per la stabilizzazione dei redditi aziendali. Il programma, quindi, prosegue e rafforza il ruolo di tutela ex ante contro i danni da calamità naturale garantito finora dal Fondo di Solidarietà Nazionale, che resterà parzialmente operativo solo per il risarcimento dei danni ex post.
La misura sugli investimenti irrigui punta invece a sostenere la competitività del settore, inserendosi anche nella Direttiva Quadro sulle acque 2000/60, che costituisce il riferimento normativo europeo per la salvaguardia e la tutela dei corpi idrici. La valutazione dei progetti di investimento nel settore dell’irrigazione sarà effettuata a livello di bacino idrografico interregionale. Ulteriori finanziamenti al settore potranno essere assicurati dal Fondo di Sviluppo e Coesione, soprattutto per il Mezzogiorno. La misura sulla tutela della biodiversità animale ha invece l’obiettivo della salvaguardia e del miglioramento delle popolazioni e razze animali di interesse zootecnico, con l’intento di accrescere la sanità e il benessere degli animali, di ridurre l’impatto ambientale e di migliorare la qualità delle produzioni. Il Programma nazionale punta inoltre a favorire la cooperazione di tutti i soggetti della filiera, per realizzare un sistema di raccolta dati ispirato ai principi di trasparenza dei risultati e di pubblica utilità dei prodotti.
Tra gli obiettivi della misura relativa alla biodiversità, quello di dare concretezza all’impegno assunto con il Parlamento e le Regioni, nell’attuazione della riforma della legge 30/1999, contenuta nel cosiddetto “collegato agricoltura”.