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Veneto, il vino traina il settore
Il vino veneto, già di gran lunga primatista italiano dell’export enologico, nel 2010 ha segnato un aumento delle esportazioni del 7,1 per cento in quantità e dell’8,4 per cento in valore, attestandosi come dato nazionale attorno al 30 per cento. E’ uno degli elementi che segnalano come la locomotiva veneta riprenda a “tirare”, a partire dal comparto produttivo che ha radici più consolidate, l’agricoltura, sulla quale comincia a riverberarsi la luce all’uscita del tunnel della crisi.
E’ questa la “lettura” dei primi dati sull’andamento del sistema agricolo e agroalimentare veneto nel 2010, fornita alla Corte Benedettina di Legnaro, in provincia di Padova, dall’assessore regionale all’agricoltura Franco Manzato, dall’amministratore unico di Veneto Agricoltura Paolo Pizzolato, affiancati da Alessandro Censori, responsabile del Settore Economia Mercati e Competitività della Sezione Innovazione e Sviluppo dell’agenzia.
I numeri del vino sono eclatanti, ma non meno importanti sono quelli sull’aumento dell’occupazione del sistema, pari ad un + 8 per cento, e quello dei giovani che si insediano come titolari di imprese agricole. Con il supporto regionale tramite il Psr, nel biennio 2009 – 2010 si sono insediati circa mille nuovi imprenditori, che diventeranno - si legge in una nota - 1200 entro l’anno corrente, a fronte di un ulteriore calo, considerato unanimemente fisiologico, del numero delle imprese attive (– 2,6 per cento nel 2010). Anche la Produzione Lorda Vendibile agricola (il Pil del settore) ha segnato un aumento del 7 per cento, raggiungendo i 4,8 miliardi, rispetto al dato 2009 di 4,5 miliardi, figlio di un forte calo sull’anno precedente. Il dato nasce dall’aumento delle quotazioni dei prodotti veneti, che rispondono in linea di massima al riconoscimento della loro maggiore qualità, premiata dal mercato con una crescita delle esportazioni agroalimentari del 12 per cento. Sono per contro aumentate anche le importazioni (del 7 per cento), ma in ogni caso ne ha beneficiato il saldo della bilancia di settore, che rimane però storicamente negativo.