L'indirizzo
“Da Benito al Ghetto”: un’attenzione maniacale per la materia prima
L’osteria fondata nel 1967 da Benito Mercuri e rilevata da Nicola Delfino e Massimo Baroni propone un menù che coniuga tradizione e modernità
Roma- E’ forse uno dei pochi locali dove i primi piatti vengono preparati ad personam e al momento. Ma il vero jolly è quello di non aver messo nel dimenticatoio le antiche ricette coniugandole a perfezione con le tecniche di cottura moderne. La selezione poi, quasi maniacale, della materia prima fa il resto con il risultato di sfornare un menù da far venire l’acquolina in bocca anche ai più severi curatori di guide enogastronomiche. Tutto questo è “Da Benito al Ghetto” (via dei falegnami, 12\14), storica osteria romana fondata da Benito Mercuri nel 1967 e ora guidata da Nicola Delfino e Massimo Baroni.
L’osteria, con una formula che unisce tradizione e innovazione propone business lunch a pranzo e menu à la carte a cena garantendo la sicurezza della provenienza dei prodotti. Tutti gli alimenti e ingredienti utilizzati non tradiscono infatti l’origine tanto è che nella dispensa si possono trovare, ad esempio, le acciughe che vengono direttamente da Cantabria, il burro che è prodotto nella regione settentrionale del Piemonte, l'olio extra vergine di oliva di Soriano nel Cimino, la carne Chianina Toscana, le carni di maiale di Amatrice, mentre la frutta e la verdura sono sempre quelle di stagione e la mozzarella arriva tutti i giorni da Aversa.
Per la preparazione dei piatti principali viene usata invece la tecnica a bassa temperatura. Il metodo consiste nella cottura lenta dei cibi ad una temperatura inferiore al fine di ottenere una tenerezza delle carni e un sapore unico in tutti i piatti.
Gia. Pac.
in data:10/07/2015