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Parmalat, la Cassazione conferma le condanne con un lieve sconto di pena
Confermate dalla Cassazione le 15 condanne inflitte in appello per il crac della Parmalat del 2003. Lieve sconto di pena di cinque mesi solo per il patron Calisto Tanzi e il braccio destro Fausto Tonna, di 4 mesi per Giovanni Tanzi e di tre mesi per Luciano Silingardi per la prescrizione dell'accusa di associazione a delinquere.
I supremi giudici della Quinta sezione penale, dopo una camera di consiglio di circa quattro ore, hanno in sostanza convalidato la sentenza emessa dalla Corte di Appello di Bologna il 23 aprile 2012 per il crac da 14 miliardi di euro che ha truffato 38mila risparmiatori. Il verdetto della Cassazione accoglie quasi interamente, a parte la dichiarazione di prescrizione, le richieste del sostituto procuratore generale Pietro Gaeta.
Per tutti i condannati- secondo gli avvocati difensori- dovrebbe scattare l'indulto di tre anni. Nello specifico per coloro ai quali, detratto questo periodo - per effetto dell'atto di clemenza varato dal Parlamento nel 2006 - rimane una pena da scontare entro i tre anni di pena, potranno chiedere l'affidamento in prova. Quelli per i quali la pena da scontare rimane sopra i tre anni, nonostante l'indulto, possono chiedere - se non sono incorsi in una condanna severa - l'applicazione della legge Severino per ottenere la detenzione domiciliare.
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