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“Pasticcio”: la storia gastronomica del Belpaese e' il filo conduttore del menù
Il locale, aperto utilizzando un quinto piano alto con una vetrata a semicerchio lunga 25 metri, propone piatti semplici e curati negli ingredienti che hanno origine nella romanità
Roma- Il suo curriculum non annota nessuna stella e non ha intenzione di stupire con effetti speciali. L’obiettivo è solo uno: far arrivare ai clienti la passione per la cucina, attraverso piatti preparati con meticolosità. Tutto questo è “Pasticcio” (Lungotevere Portuense, 200) nuovo ristorante romano che ha in uno dei suoi punti di forza la location: un ultimo piano di un garage che permette di scoprire uno dei panorami più belli della Capitale. Seduti al tavolo del locale, un quinto piano alto con una vetrata a semicerchio lunga 25 metri, sono infatti ben visibili il Tevere, Monte Testaccio, l’Altare della Patria e, nei giorni di azzurro, anche i Castelli Romani, il tutto condito da una cucina che intenzionalmente vuole essere semplice e curata negli ingredienti e che la sua origine nella romanità.
Ed ecco dunque che da “Pasticcio” si mangia la pizza romana (bassa, stesa a mano realizzata con impasto a lunga fermentazione), fritti, primi della cucina romana, piatti dalla griglia e tanti pasticci, divisi tra quelli di verdure, pesce e carne, il cui valore aggiunto sono i condimenti, tutte eccellenze del territorio. Filo conduttore di tutto il menù è naturalmente il pasticcio, termine che dà anche il nome al locale. L’idea di base è insomma quella di proporre una selezione di pasticci utile a rintracciare un sapore classico, tipico della tradizione italiana ma facile da ritrovare anche in molti paesi d’Europa e oltreoceano. Il risultato è quello di proporre una piatto autentico, familiare, che racconta la storia gastronomica di tanti luoghi del Belpaese.
Per i buongustai quindi ci sarà l’imbarazzo della scelta visto che la carta presenta il Pasticcio di melanzane Sicilia, Pasticcio di coda Roma, Pasticcio di coniglio alla cacciatora Lazio/Toscana, Pasticcio di ragù di pollastra e rigaglie Roma, Pasticcio di sarde Palermo e Pasticcio di baccalà e peperoni cruschi Basilicata). Non manca la proposta internazionale con il transalpino Pasticcio ratatouille e l’inglese Cottage pie. Neanche a dirlo i Pasticci sono presenti anche nella carta dei dolci, tra i tanti troviamo pasticciotto crema e frutti rossi, pasticciotto crema e cioccolato, pasticiotto ricotta e visciole. Tra i primi troviamo invece la classica Carbonara, Amatriciana e Gricia, e proposte che arrivano dalla griglia come il Pastrami, l’hot dog Km0, il Baccalà e i burger (da comporre a piacimento). Alla regia dell’offerta culinaria lo chef Matteo Chiappini che proporrà ogni giorno un piatto caratterizzato dai prodotti tipici (trippa, coda, pajata, coratella, arzilla, vignarola), declinato su primi, secondi, pasticci.
Il locale , aperto per l’aperitivo, la cena e l’after dinner e per il brunch (sabato e domenica), è strutturato in uno spazio di 300 mq con 120 coperti. L’arredamento è composto da una selezione di mobili che predilige lo stile minimale tipico dello style anni ’60 dei designer nord europei, leggibile su tavoli, sedie, credenze. Undici metri di banco con il piano in rosso rame, mettono invece in scena i miscelati, tra grandi classici e nuove interpretazioni del buon bere.