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“Salva Italia”, il muro delle organizzazioni agricole
La manovra Monti non convince Coldiretti, Cia e Confagricoltura. Chiesto il blocco dell'Imu sui fabbricati rurali
Roma - Il decreto “Salva Italia” rischia di penalizzare fortemente il comparto agricolo. E’ questo in sintesi il parere unanime e negativo delle organizzazioni agricole che chiedono ora correttivi e modifiche alle misure decise e inserite nella manovra finanziaria dal Governo dei tecnici guidati da Mario Monti.
La manovra – spiega ad esempio Coldiretti - avrà un impatto pesante su terreni agricoli e fabbricati rurali, dalle stalle ai fienili fino ai capannoni necessari per proteggere trattori e attrezzi, andando a tassare quelli che sono, di fatto, mezzi di produzione per le imprese agricole . Il provvedimento – continua l’organizzazione agricola - farà pagare alle imprese agricole un conto insostenibile, stimato in un miliardo di euro. “Per senso di responsabilità abbiamo scelto di non manifestare in piazza - spiega il presidente di Coldiretti Sergio Marini - ma la manovra riserva una serie di iniquità al settore primario.”. “Il bene terra, se utilizzato come fattore della produzione in un’impresa agricola, deve avere un trattamento fiscale ben diverso da quello riservato a fondi agricoli speculativi o per fini hobbistici”. “E’ evidente che finita “l’emergenza manovra” - sostiene Marini - dobbiamo aprire un serrato confronto con il Parlamento e il Governo per riaffermare il ruolo strategico di un settore determinante dell’economia reale, una leva competitiva formidabile per il Made in Italy nel mondo. Ruolo che evidentemente a troppi ancora sfugge”. In particolare alcuni esempi dell’impatto dell’Imu sulle aziende agricole, a cura dell’Ufficio Fiscale Coldiretti segnalano che per una stalla di 480 metri quadrati, con rendita di euro 3.800, si pagheranno ex novo 479 euro. Un terreno agricolo con rendita catastale pari a 1.000 euro comportava sino ieri una tassa di 1.009 euro. Con l’Imu l’imposta sarà di 1.140 euro, 131 euro in più. Una casa di abitazione principale “rurale” con rendita catastale di euro 680 porterà, infine, una tassa di 456,96 euro, a cui vanno sottratti i 200 euro di riduzione per le abitazioni principali, per un esborso di 256,96 euro. Peraltro è grave secondo Coldiretti, l’esclusione delle imprese agricole dalle misure di sostegno alle piccole e media imprese, mentre verranno rideterminate le aliquote contributive di coltivatori diretti, mezzadri e coloni, con ulteriori oneri. “Nessuno come noi agricoltori sa bene cosa siano i sacrifici e come il contributo al bene del Paese rappresenti un dovere per tutti - conclude Marini -. Noi non ci tiriamo indietro, ma equità e misure per la crescita devono riguardare anche il nostro settore, e queste misure nella manovra non ci sono”.
"Bisogna aprire subito un tavolo di confronto con il governo sul problema dell'Imu dei fabbricati rurali. Rinnoviamo – ha detto il presidente della Cia Giuseppe Politi - l'appello affinché l'aumento dell'imposta, fortemente onerosa per le imprese agricole, venga bloccato. Il provvedimento inserito nella manovra economica avrebbe, infatti, effetti devastanti per l'agricoltura, che già si trova ad operare tra grandi difficoltà, con costi di produzione e contributivi sempre più pesanti". "Accanto a questo indispensabile intervento -ha proseguito Politi- occorre predisporre in tempi rapidi misure realmente mirate al rilancio dello sviluppo e della competitività delle aziende agricole, che nella manovra del governo Monti non hanno ricevuto alcun sostegno in questa direzione".
"Senza tali provvedimenti -ha concluso il presidente della Cia- l'agricoltura subirebbe un colpo durissimo, con conseguenze drammatiche non solo per le imprese del settore, ma anche in termini economici e occupazionali per l'intero Paese".
“In agricoltura imprese e lavoro sono tutt’uno questo non va mai dimenticato – ha detto invece Mario Guidi, presidente nazionale di Confagricoltura nel corso l’assemblea provinciale dei soci dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli a Ferrara
“Occorre – ha continuato - guardare ad un futuro completamente diverso da quello a cui abbiamo pensato sino ad oggi. Abbiamo individuato temi di interesse comune con i sindacati e le altre rappresentanze. Va dato al lavoro una dimensione ed un’immagine trasparenti e tutelate, bisogna trovare nuove regole che non inquinino il sistema, ma che non fermino lo sviluppo”. Un richiamo forte sulla manovra, che in pratica attua una duplicazione d’imposta sui fabbricati rurali, il cui reddito era già ricompreso in quello dei terreni e che per gli agricoltori equivalgono a mezzi di produzione, mette a rischio – viene inoltre detto in una nota - - la sopravvivenza stessa di mezzo milione di aziende agricole sotto i 20 ettari, che verranno escluse dalla capacità di dar reddito alle famiglie di chi le conduce.
Guidi inoltre ha avvertito che - sono a rischio anche le imprese più grandi, più strutturate, più robuste. Perché gli ulteriori sacrifici si sommano ad un quadro critico che ci portiamo dietro da anni, ad una globalizzazione non governata, ad una instabilità politica e decisionale per il settore che ha visto alternarsi al dicastero di via XX Settembre tre ministri nel giro di 12 mesi. Per questo abbiamo chiesto che fosse varata una manovra che non puntasse solo a far cassa nelle campagne, ma desse prospettive di sviluppo, favorisse l’esportazione, rilanciasse i consumi, desse prospettive occupazionali. Invece tutto ciò non è avvenuto”.
“La politica - ha aggiunto il presidente di Confagricoltura - usa l’agricoltura, con la sua produzione al cento per cento di alta qualità e il made in Italy alimentare, come immagine del Paese, poi la perseguita con un regime fiscale oppressivo, che il settore non è assolutamente in grado di reggere. Forse dobbiamo ricordare meglio al Governo che l’agroalimentare, nel suo insieme di agricoltura e industria di trasformazione, è il primo settore produttivo d’Italia ed è questa constatazione a rendere davvero impressionante il deficit di attenzione nei suoi riguardi”.
“Oggi - ha concluso Mario Guidi - questa manovra, così com’è, brucia il 10% del valore aggiunto prodotto in agricoltura, innescando una vera emergenza sociale, oltre che economica”.
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