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A New York si vince con i prodotti bandiera
ExportUsa segnala tre casi di successo in una situazione di mercato dove si è in concorrenza con 25mila ristoranti
Roma- Negli Usa finalmente la cucina italiana viene scoperta al di là di pizza e pasta e i ristoranti mono prodotto sono sempre più ricercati in un panorama caotico e iper-diversificato. Ad affermarlo è ExportUsa, società di consulenza che aiuta le aziende ed i professionisti italiani ad entrare, con successo, nel mercato americano. Ad oggi a New York- si spiega in una nota- ci sono 25.000 ristoranti, un numero esorbitante- si precisa- se si pensa che, per provarli tutti, sarebbero necessari 23 anni (mangiando fuori a colazione, a pranzo e a cena). E New York non è la sola metropoli ad offrire un panorama cosi fitto di opzioni per gli amanti del cibo: Parigi conta circa 40.000 attività legate alla ristorazione, mentre Tokyo circa 160.000. Il problema di emergere quindi è fondamentale. Ecco quindi che i Prodotti Bandiera che offrono al cliente una sola scelta, ma che li contraddistingue fortemente dalla concorrenza sono una grande possibilità.
Per capire meglio ExportUsa segnala tre casi di successo dedicati ad una sola specialità italiana o focalizzati su un ingrediente che diventa il filo conduttore di tutte le portate; si tratta di tre esempi di successo che si inseriscono in tre diverse categorie di mercato e rappresentano preziosa fotografia di proposte culinarie vincenti. Ed ecco dunque le tre realtà vincenti.
PANZEROTTI BITES, al 235 di Smith Street, a Brooklyn, è il locale dalla formula “fast casual” (servizio indipendente, ma dall’ambiente curato) di una giovane coppia barese, Pasquale De Ruvo e Vittoria Lattanzio. Il ristorante ha saputo imporsi fin da subito all’attenzione della stampa americana, conquistando anche il New York Times. Un successo preannunciato quello del panzerotto, perché nulla è stato lasciato al caso: da una parte sono state raccontate le origini del cibo di strada più celebre della Puglia (un’assoluta novità in America), attraverso le ricette classiche dell’antica tradizione contadina; dall’altra sono state apportate alcune modifiche per proporre un prodotto più vicino ai gusti dei consumatori americani: la lavorazione e la friggitura dell’impasto rielaborate in modo tale da renderlo più leggero ed “healthy” (tra le caratteristiche più ricercate dal popolo dei “foodies”). Non manca, poi, una continua ricerca di gusti innovativi per incuriosire e rendere il panzerotto unico, attraverso ricette inedite (come ad esempi impasti all’ortica, alla curcuma o al cacao o farciture al salmone, all’avocado o alla nutella e Oreo Cookies). L’eccellenza del “Made in Italy” si traduce anche nella qualità delle materie prime: un buon 80% è infatti importato direttamente dalla Puglia.
FRICO. Un altro esempio in cui la cucina contadina diventa una vera e propria ricchezza negli Stati Uniti arriva dal Friuli Venezia Giulia: si tratta del frico, una ricetta tradizionale a base di formaggio e patate che risulta croccante fuori e morbido e filante dentro. Matteo Rizzo, un imprenditore friulano, ha esportato un'eccellenza della sua regione, presentandola per la prima volta ad Eataly New York. Dato il successo di questa sua proposta, il prodotto di Matteo è stato selezionato per la prossima apertura estiva di Smorgasburg (ad aprile 2018), un enorme mercato-street- food, a New York, con infinite specialità dal mondo. Il New York Times lo ha definito “The Woodstock of Eating”, per la varietà di menù che si possono trovare nel giro di qualche metro quadro. Si tratta della vetrina più ambita per avere visibilità e rappresenta un trampolino di lancio per i nuovi food concept.
CARDONCELLO DI VINO. Si tratta di un ristorante sofisticato e “fancy”, che presenta in esclusiva assoluta sul mercato americano il fungo Cardoncello, di antiche origini pugliesi. Il locale rappresenta la realizzazione del sogno di una coppia monzese. Il ristorante di alta cucina è ubicato nel cuore di Manhattan, a 2 passi dal Madison Square Park e dalla location storica di Eataly. Il fungo Cardoncello era già conosciuto nel medioevo nella zona delle Murge e viene oggi presentato al palato americano grazie a un'idea dei fondatori pazza abbastanza da avere successo: integrare il prodotto nel menù di piatti regionali italiani e nella proposta di cocktails, tutti interpretati in chiave moderna.