L'indirizzo
A Roma il “dopo Green Pass” ristorativo è da "Vacanze Romane"
La Capitale vive un momento di effervescenza con l'apertura di nuovi locali dopo l'emergenza pandemica. Aperti Brucio e Mammò, diversi i successi confermati
Roma- Nella Capitale il “dopo Green Pass” ristorativo riparte tra vecchie e nuove proposte in un mix di tradizione, ricerca del prodotto, esterofilia e voglia di meravigliare con “pizze gourmet” ricche di arte, qualità e fantasia. Insomma un fermento teso a rianimare le “casse” dei locali colpite dal periodo di lockdown pandemico e poco rianimate dai sostegni governativi. La città è dunque, come l’internazionale Milano, teatro di continue nuove aperture ristorative, rilancio di blasonati locali e avvio di bistrot dalle grandi potenzialità.
Nella nuova mappa cittadina che si sta delineando si fanno notare le fresche aperture di Brucio Fuoco e Farina (Piazza delle Coppelle, 8) che propone una pizza contemporanea, di ispirazione casertana con il 70% di idratazione. Il locale, realizzato all’interno di un edificio storico in pieno centro cittadino nella zona di Campo Marzio e il Pantheon, regala ai turisti il sogno di passare una serata da “Vacanze Romane” e ai capitolini l’emozione di riassaporare, deliziati dal buon cibo, la loro città. Brucio, con i suoi 50 coperti interni e 30 nel spazio esterno, propone pizze Bianche e Rosse accompagnate in carta “dalla Piazza”, una proposta che trova ispirazione dalla vecchia destinazione d’uso di piazza delle Coppelle, luogo nel quale prima c’era un mercato” e dalla quale si può scegliere la Margherita Brucio, con salsa di pomodoro datterino, stracciatella di bufala, coulis di basilico, il Saltimbocca alla romana con fiordilatte, salva, roastbeef di vitella, prosciutto crudo Rosalto, fondo bruno, caviale di salvia e Seppie e piselli con crema di piselli, piselli in purezza, carpaccio di seppia, nero di seppia, zest di limone, chips al nero di seppia. Nel menu anche gli Spicchi, impasti preparati con la biga e cotti al padellino. Non mancano i fritti, dal supplì classico alla crocchetta di patate e naturalmente i dolci.
Il nuovo viaggio gourmet che si va componendo nella città eterna troviamo, poi, spostandoci a Trastevere, altra affascinante e carismatica zona di Roma ricca di storia, Mammò (P.za di S. Giovanni della Malva, 2), locale di recente apertura che propone una full immersion a stelle e strisce ma che non tralascia piatti tipici della cucina romana come la Cacio e Pepe e la Gricia. Il menu, nel rispetto della cucina americana, propone Bagel, pastrami, centrifughe, cheesecake, iced coffee, per fare qualche esempio. Non manca chiaramente l’hambuger in tutte le sue declinazioni. Mammò, aperto dalle 8 alle 23 e nel fine settimana fino alle 2 di notte, propone anche una colazione fatta da hash brown, uova black stone, avocado toast omelette e yogurt bio per arrivare a muffin, brownie e cookie.
Tra le conferme si fa notare come una sicurezza ristorativa Aventina. Carne e Bottega ( Viale della Piramide Cestia, 9). Il locale, presente nella zona Aventino della città, a poca distanza dalla Fao (Organizzazione delle Nazioni Unite), si caratterizza per una ricerca della materia prima e per la possibilità di ordinare carne di alta qualità. Non manca la scelta di formaggi e salumi accompagnati da una buona selezione di vini. La carne è preparata mediante l’uso del broiler, una griglia professionale su tre pietre ollari incandescenti che garantisce una cottura salutare, un gusto
inconfondibile e una reazione di Maillard perfetta e omogenea. Tra i primi, ad esempio, si possono ordinare i Pici al ragù bianco di cortile, tipica pasta a base di acqua e farina condita da un ragù in cui le proporzioni delle varie carni sono divise ugualmente: una parte anatra, una parte coniglio e una parte pollo, per una preparazione semplice ma dal sapore deciso, ingentilito da una noce di burro in mantecatura. Tra i secondi, sempre per fare qualche esempio. spicca il Cinghiale alla Wellington, fondo ai mirtilli, crema di carote bruciate, con una salsa fatta in casa a base di funghi champignon trifolati e poi frullati Nella carta dei dolci è da segnalare il cannolo siciliano.
Per chi amasse invece la vera cucina tradizionale romana e italiana la tappa d’obbligo è Osteria Palmira (Via Abate Ugone, 29). Il locale, collocato nella zone Monteverde con 35 coperti interni e 45 nella veranda esterna, ha come protagonista indiscussa nella carta del menu l’Amatriciana, essendo la famiglia proprietaria dell’osteria originaria delle località reatina. In carta possiamo trovare picchiapò, coratella con i peperoni, trippa e polpette di pane e cicoria
Gia. Pac.
in data:27/05/2022