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A crescere è solo il Pil dell'agricoltura
Confagricoltura, Coldiretti e Cia si dichiarano concordi sul trend del settore dopo l'ufficializzazione dei dati trimestrali Istat sul Prodotto interno lordo
Roma- L’agricoltura è l’unica che cresce. A dirlo con forza e orgoglio oggi, dopo la diramazione dei dati trimestrali Istat sul Prodotto interno del Paese, sono le organizzazioni professionali di categoria: Coldiretti, Confagricoltura e Confederazione italiana agricoltori (Cia). Venendo ai dati l'Istat segnala che nel secondo trimestre del 2012 il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2005, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,8% rispetto al trimestre precedente e del 2,6% nei confronti del secondo trimestre del 2011.
La stima preliminare diffusa il 7 agosto 2012 scorso aveva misurato una diminuzione congiunturale dello 0,7% e una diminuzione tendenziale del 2,5%.
Il secondo trimestre del 2012 ha avuto due giornate lavorative in meno del trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al secondo trimestre del 2011.Tutti e tre i grandi comparti di attività economica registrano una diminuzione congiunturale del valore aggiunto: -1,9% per l'agricoltura, -1,6% per l'industria e -0,5% per i servizi. In termini tendenziali, il valore aggiunto è aumentato dello 0,9% nell'agricoltura, mentre è diminuito del 6,0% nell'industria in senso stretto, del 6,5% nelle costruzioni e dell'1,1% nel complesso dei servizi. La variazione acquisita per il 2012 è pari a -2,1%.
La prima a sottolineare il diverso trend del settore rispetto agli altri è Confagricoltura. Nel secondo trimestre 2012 il Pil, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, è diminuito del 2,6%, ma il valore aggiunto dell’agricoltura – commenta l’organizzazione agricola - è cresciuto dello 0,9%, confermando la tendenza anticiclica del settore, unico a migliorare nel panorama nazionale (anche se registra una diminuzione congiunturale del valore aggiunto dell’1,9% rispetto al primo trimestre)”.
“L’agricoltura non cresce abbastanza – spiega però nel dettaglio l’organizzazione degli imprenditori agricoli – ed il fatto che il secondo trimestre sia andato peggio del primo deve far riflettere”.
“Servono – conclude Confagricoltura - adeguate misure per la crescita, finalizzate a migliorare la competitività di un settore che è troppo soggetto al mercato globale ed alle tensioni dei prezzi delle materie prime e dell’energia, che si riflettono sui costi di produzione”.
L'agricoltura è l'unico settore in controtendenza nel 2012 che fa segnare – dice invece Coldiretti - un aumento del Pil (0,9 per cento) sul piano tendenziale per il secondo trimestre consecutivo, mentre calano l’industria (-6,0%), le costruzioni (-6,5%) e i servizi (-1,1%). Nonostante le difficoltà l'agricoltura - precisa la Coldiretti - si conferma come settore anticiclico come dimostra anche l'aumento delle assunzione che crescono del 10,6 per cento nel secondo trimestre in netta controtendenza con l'andamento generale. Peraltro le aperture di nuove aziende agricole. continua l’organizzazione - hanno superato leggermente le chiusure con la presenza nel secondo trimestre di ben 824.516 aziende agricole registrate negli elenchi delle camere di commercio. Una ripresa che - precisa la Coldiretti - avviene dopo due anni di continue riduzioni. L'Italia – conclude la Coldiretti - può tornare a crescere solo se investe nelle proprie risorse che sono i territori, l'identità, il turismo, la cultura e il cibo che sono una leva competitiva formidabile per trainare il Made in Italy nel mondo.
“Ora – commenta la Confederazione italiana agricoltori (Cia) l’agricoltura paga pesantemente gli alti costi produttivi e contributivi, l’opprimente burocrazia e i prezzi all’origine che continuano a calare e non sono per nulla remunerativi. Una serie di fattori negativi che, di fatto, ha bloccato una ripresa che aveva cominciato a intravedersi dalla seconda metà del 2011. Così il valore aggiunto agricolo, nel secondo trimestre dell’anno, è diminuito dell’1,9 per cento in termini congiunturali, mentre registra ancora un aumento (più 0,9 per cento) in termini tendenziali, anche se con dimensioni più ridotte rispetto ai precedenti tre mesi quando segnò un incremento del 4,9 per cento, risultando, rispetto ad industria e servizi, l’unico settore produttivo a crescere”..
“Il settore primario -aggiunge Politi- dimostra di essere vitale. Nonostante la grave crisi, continua a tenere, basta vedere i risultati ottenuti sul fronte dell’occupazione (cresciuta in agricoltura del 6 per cento, in termini tendenziali, nel secondo trimestre). I problemi, tuttavia, cominciano a far sentire i loro negativi effetti. E per gli imprenditori agricoli è una continua corsa in salita. Se non s’interviene con efficaci misure, per le aziende ci sono pericolosi rischi”.
“La situazione delle imprese, quindi, rimane ancora critica. Per questo motivo -rimarca il presidente della Cia- rinnoviamo le nostre sollecitazioni al governo affinché guardi con maggiore attenzione verso gli agricoltori italiani che sono costretti a operare in un contesto carico di ostacoli. Per comprendere la delicatezza del momento, è sufficiente vedere gli effetti che ha il ‘caro-gasolio’ per le aziende, sulle quali ora si è anche abbattuto l’ulteriore e gravoso onere dell’Imu sui fabbricati rurali e sui terreni agricoli”.
“Negli ultimi dieci anni -avverte Politi- più di 500 mila imprese agricole, in particolare quelle che operavano in zone di montagne e svantaggiate, sono state costrette a chiudere. Anche se i dati del secondo trimestre 2012 registrano segnali positivi, lo scenario rimane alquanto difficile”.
“E’, dunque, indispensabile l’adozione di politiche nuove tese a valorizzare e sviluppare l’attività imprenditoriale agricola. Oltre alle misure urgenti per alleggerire il carico dei costi sostenuti dalle imprese, rinnoviamo al governo -conclude il presidente della Cia- l’appello per una nuova politica agraria nazionale, soprattutto in vista della riforma Pac post 2013”.
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