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Agricoltura, Galan tira le somme
Il ministro per le Politiche agricole fa l'analisi del 2010 evidenziando l'immagine di una politica portata avanti dal dicastero basata soprattutto sul rispetto della legalità
Roma - Un anno in cui si è passati dalle parole ai fatti quello del 2010. Sebbene "abbia scontato una situazione politica in parte imprevista che ha creato rallentamenti e tensioni anche nelle attività parlamentari e di Governo, mi ritengo soddisfatto", spiega al Velino il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Giancarlo Galan.
"Durante questo anno è emersa con forza l'immagine di una politica portata avanti dal Ministero basata soprattutto sul rispetto della legalità". Senza contare la forte presenza in Europa, "che rappresenta l'orizzonte che dobbiamo tener presente. Mi faccio i complimenti per essere riuscito in tutti questi mesi, tranne in rarissime occasioni, a garantire una continua permanenza ai tavoli Ue". Chi si occupa o vive di sistema agroalimentare e della pesca gioca le sue partite in Europa. "E' lì che si prendono tutte le decisioni". Si e' riuscito a tenere fede dalla promessa fatta di essere costantemente presenti in Ue.
Tema caldo quello delle quote latte, che sotto il ministero di Luca Zaia aveva creato una vera e propria spaccatura all'interno della maggioranza. "Ho trovato il consenso da parte delle associazioni di categoria e delle forze politiche interessate alla questione", spiega il ministro Galan. "Mi sono sentito sostenuto e accompagnato dal consenso nonostante - a volte - la dura polemica contro chi la pensa in modo diverso".
Secondo il ministro non c'e' dubbio: "gli splafonatori non possono più essere sostenuti dal nostro governo. Chi non ha rispetto per le regole da molti anni ha causato danni gravi all'Europa e al nostro paese. Ha combinato guai. (Dato che le multe insolute ricadono alla fine dei conti sulle tasche di tutti i cittadini italiani ndr). Motivo per cui ho deciso di far fronte al problema, chi deve pagare paghi". Stessa cosa è stata fatta con la pesca. Oltretutto, "l'Italia, avendo le carte in regola acquisisce anche il diritto di arrabbiarsi in ambito comunitario. Perché a volte c'è motivo di polemizzare con l'Ue". Esempio i ritardi sull'etichettatura e la questione tonno rosso. "Quello dell'Etichettatura è un iter che può dirsi concluso e troverà il suo momento definitivo attorno al 13 gennaio quando riprenderà
l'attività della commissione. Una battaglia - insiste Galan - che l'Italia ha inteso portare avanti con forza"
A preoccupare un po' secondo il ministro di via Venti Settembre è l'indifferenza con cui in Europa si seguono o non si seguono le tematiche del comparto. "Ho molta fiducia sia in De Castro che in Ciolos che mi sembra abbiano capito che l'etichettatura trasparente deve essere condivisa e fatta propria anche dall'Unione europea. Abbiamo bisogno di essere tutelati, altrimenti si parla di un danno da decine e decine di miliardi di euro".
Altra questione e' quella dell'origine in senso stretto. "Non basta il marchio", tuona Galan. "Quello può sempre essere contraffatto. La nostra battaglia è imporre all'estero l'origine del prodotto". Con l'origine del prodotto non si scappa e non c'è Parmesan o Mozzabella che tenga. "Quella della truffa e della contraffazione è una grande partita".
Poi la Politica agricola comune post 2013. "Abbiamo avuto incontri con le categorie,
si discute e si ascoltano proposte. Abbiamo individuato e proposto un documento e mi sono incontrato con i colleghi, soprattutto dei due paesi delle agricoltura storiche
dell'Europa, Francia e Germania, per trovare la quadra. Mi sembra che la Pac sia stata finora seguita con serietà. Il nostro orizzonte è l'Europa e le sue istituzioni". Il ministro si dice invece "perplesso" per quanto riguarda la vicenda Ogm. "Il pensiero privato del signor Galan è una cosa, gli obblighi e le responsabilità del ministro sono un'altra cosa", spiega. "Io credo nell'utilità degli Ogm. Sebbene non intenda imporre a nessuno le mie opinioni,
nessuno mi impedisca di sostenere almeno l'idea che la ricerca e' indispensabile". E' notizia di qualche giorno fa molto ripresa dalla stampa internazionale "ma negletta da
quella nazionale". Una recente scoperta fatta dall'Istituto italiano di Preistoria e Protostoria ha fatto risalire la lavorazione di certi prodotti della terra a 30mila anni fa circa. "Notizia sconvolgente - spiega il ministro – perché sposta ancora più in là l'inizio della rivoluzione
agricola. Evidentemente quella è già da considerarsi 'ricerca'. E questo significa che c'e' stata sempre ricerca in ambito agricolo e alimentare. Motivo per cui è necessario quantomeno tenere aperto il confronto, senza nessuna chiusura e senza imporre niente a nessuno rispetto alle mie convinzioni personali".
Non sono pochi i benefici che secondo il ministro il comparto ha registrato nell'arco dell'anno che si sta per chiudere. Dai consorzi di bonifica al disimpegno da parte delle regioni dei fondi europei. "Con il rischio di passare per un ministro nordista quale non sono
mai stato", precisa. Poi gli auguri: "Auguri ai funzionari del ministero, validi collaboratori, agli uomini e alle donne del corpo forestale che rappresenta delle energie eccezionali che andrebbero apprezzate e sostenute dal paese. Mi lamento invece - precisa Galan - della stampa di opinione che quando si parla di cose serie sparisce del tutto. Tranne qualche
agenzia che segue in maniera egregia il settore - spiega – la stampa spesso dedica poche righe, seppure, su questioni serie come l'etichettatura, il tonno rosso o la Pac". Auguri
insomma a tutti coloro che "hanno aiutato a far sentire la voce dell'agricoltura italiana e del ministero. Auguri alle organizzazioni di categoria, dalle più forti alle più piccole e impegnate. E infine auguri ai contadini, come è bene chiamarli essendo un termine nobile e antico. E ai pescatori. E a tutti coloro che sulla base di questi due grandi comparti hanno creato uno straordinario sistema agroalimentare attraverso tantissime eccellenze del made in Italy".