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Agricoltura, la crescita è modesta
Nel 2010 il comparto –spiega Inea nell’Annuario dell’Agricoltura- ha registrato, nonostante una dinamica complessivamente positiva, un tasso di crescita del valore aggiunto in termini reali pari a un+0,8%
Roma - Partendo da una diminuzione del sostegno pubblico sceso dal 16 milioni del 2000 ai 13,9 milioni del 2010 per una percentuale pari al 14,6% l’agricoltura italiana si presenta, stando agli elementi statistici dell’Annuario dell’Agricoltura Italiana 2010 dell’Inea, con un bilancio in chiaroscuro e con alcune note positive riguardo la crescita di agroenergie, biologico e agriturismo.
Nel dettaglio e relativamente al 2010 il settore agricolo ha registrato, nonostante una dinamica complessivamente positiva, un tasso di crescita del valore aggiunto in termini reali estremamente modesto (+0,8%), che non ha compensato l’arretramento dell’anno precedente. Contemporaneamente, anche l’industria alimentare ha evidenziato una dinamica meno vivace (+1,6%) rispetto al dato medio dell’intera economia nazionale (+2,2%). Il valore aggiunto per unità di lavoro dell’agricoltura italiana si è fermato a 23.164 euro, pari al 41,3% del livello medio del complesso dell’economia. Il valore della produzione nazionale della branca agricoltura, silvicoltura e pesca si è attestato sui 48.855 milioni di euro correnti, con un aumento (+2%) che ha consentito di recuperare in minima parte i risultati negativi dell’annata precedente
Venendo ai dati e alla fotografia scattata dall’Istituto nazionale di economia agraria sull’ultimo decennio, oltre a vedere una riduzione del sostegno pubblico sostenuta soprattutto alle agevolazioni fiscali e tributarie, il comparto ad oggi si presenta con oltre 1,6 milioni di aziende agricole per una riduzione pari al 32,2% sul 2000. Il registro delle imprese delle Camere di Commercio, relativamente alle aziende con dimensione economica e struttura organizzativa di imprese orientate al mercato, conta invece 836mila unità con una diminuzione del 20% rispetto al 2000.
Stando sempre ai dati, offerti con la pubblicazione dell’Annuario (589 pagine, 28 capitoli e 58 autori), la dimensione media delle aziende agricole sfiora gli otto ettari, mentre l’organizzazione dei produttori registra una diminuzione del 20% delle cooperative (6.197 unità), una riduzione dei soci pari al 13% (900.196), ma una crescita del 70% del fatturato per un importo pari ai 37 miliardi con un fatturato medio per coop in crescita del 112% e del 95% per socio.
Per quanto riguarda la distribuzione alimentare si è registrato un costante aumento con un rallentamento nel 2009 e nel 2010. In particolare le vendite pari a 126 milioni hanno interessato per un 64% la Grande distribuzione organizzata (Gdo). Dato quest’ultimo che fa eccezione nel Sud Italia e nelle Isole dove le vendite sono passate per il 58,5% per il dettaglio tradizionale. I consumi alimentari sono stati costantemente in crescita tranne che nel 2009. Il 2010 registra una ripresa.
Complessivamente il quadro nelle sue principali variabili economiche registra nel decennio una diminuzione del 3,7% del valore della produzione agricola e una significativa riduzione del peso del valore agricolo sul totale : dal 3% al 2,2% nel 2010. Al contempo, calano in misura significativa anche le Unità di lavoro impiegate nel settore agricolo (-13,5%),
Cambia anche il contributo delle singole componenti alla formazione della produzione agricola con una crescita degli allevamenti e delle attività dei servizi connessi e una diminuzione delle coltivazioni (soprattutto cereali, industriali e vite)
La forza lavoro sembra invece stabilizzarsi con il peso del settore sull’occupazione totale, oggi pari a un 3,8%. Allo stesso tempo tende ad annullarsi la prevalenza degli indipendenti sui dipendenti (circa il 50%) a significato di un progressivo processo di professionalizzazione. In crescita il contributo dei lavoratori stranieri che quasi raddoppiata rispetto al 2000: 190mila unità provenienti per un 1\3 dall’area neo comunitaria.
Tra le note particolarmente positivo, come detto in precedenza, il biologico in quanto la superficie coltivata, rispetto al 2000, è cresciuta del 4% per un totale di 1,1 milioni di ettari e che costituisce il 9% della Sau nazionale con incidenze maggiori nelle regioni del Centro-Sud. Il mercato nazionale viene invece stimato intorno ai 3 miliardi di euro corrispondenti a circa il 3% dei consumi agroalimentari italiani. Buono anche l’andamento delle agroenergie con una crescita del 63% pari al 12% del fabbisogno nel periodo 2000-2010 e dell’agriturismo che oggi rappresenta il 10% degli esercizi recettivi nazionali.
Con il volume Inea "Il Commercio con l’estero dei prodotti agroalimentari italiani" il 2010 può considerarsi l’anno della ripresa degli scambi internazionali: si è, infatti, registrato un netto incremento sia dell’import (+11,9%), pari a 35.408 milioni di euro, sia dell’export (+11,6%), che ha raggiunto i 28.087 milioni. Il trend positivo, per i flussi in entrata e in uscita, si riscontra in tutti i trimestri del 2010, con una accelerazione nella seconda metà dell’anno. Altro fattore a supporto della performance positiva del 2010 è l’analisi delle singole componenti che hanno prodotto la crescita in valore degli scambi: questa, infatti, non è derivata dalla componente prezzo, che anzi mostra una lieve contrazione, ma è imputabile esclusivamente a un significativo incremento dei volumi scambiati (+15,4% per l’import e +17% per l’export).