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Alimentare, confronto sulle fake news sui cibi
Dal web alla tavola, la lotta alle 'bufale' (le notizie false, non le mozzarelle) si sposta nel campo dell'agrolimentare. Come quelle in ambito scientifico, anche le fake news sui cibi sono molto diffuse in Rete. E non solo. Per imparare a distinguerle e a combatterle, la Fondazione Fico ha deciso di sostenere un evento ad hoc. Il 21 settembre a Conversano, in provincia di Bari, e' in programma il meeting 'Fake doc-dominazione di origine (in)controllata', che mettera' a confronto giornalisti, esperti e produttori. "Noi imprenditori siamo le prime vittime di cattiva informazione e fake news", afferma Teresa Diomede, ceo di Racemus e promotrice dell'evento. Tra i relatori, rappresentanti del Cicap e dei portali Butac, FreshPlaza e Lercio. Il meeting e' stato presentato oggi a Bologna nella sede di Fico-Eataly world.
"Il 18% delle fake news che circolano in Rete sono sul cibo", sottolinea Nick Difino, food-hacker e coordinatore dell'evento.
La ricaduta economica delle 'bufale' sul mercato e sulle aziende e' pero' ancora tutta da calcolare. "Un punto percentuale in meno sui consumi dell'ortofrutta vale 300 milioni di euro- afferma Duccio Caccioni, coordinatore scientifico della Fondazione Fico- sono cifre pesanti, e' un business incredibile". Le fake news possono anche essere strumento di "marketing sporco", afferma Caccioni, citando il caso del quotidiano inglese The Guardian, che l'anno scorso pubblico' un articolo che accusava il Prosecco italiano di far venire le carie ai denti. Oppure c'e' "cattiva informazione" su sostanze e alimenti per cui, accanto a chi segue diete particolari per motivi di salute, ci sono "tanti che lo fanno per disinformazione". E cosi' accade che "nell'ultimo anno sono calati i consumi di latte e pane, in favore di prodotti alternativi. A volte viene il sospetto che dietro ci sia anche qualcuno che ci gioca sopra", afferma Caccioni.