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Alimenti: i bollini inglesi scaldano gli animi degli europarlamentari

Il "metodo a semaforo" britannico sulla qualità dei prodotti produce un'interrogazione parlamentare presentata dall''eurodeputato della Lega Nord Giancarlo Scottà

Roma- I bollini “verde-arancione-rosso” britannici sui prodotti alimentari rischiano di mettere a serio rischio i rapporti tra Italia e Inghilterra. Il “metodo a semaforo” utilizzato nel Regno unito sul packaging dei prodotti per indicare il contenuto di calorie, zuccheri, grassi, grassi saturi e sale e classificare alimenti e bevande in cibi buoni e meno buoni sta mettendo a dura prova alcune forse politiche italiane e in particolare la Lega Nord perché considerato discriminatorio e una barriera all’esportazione dei prodotti tricolori. Il sistema inglese, per onore di cronaca, è stato già bocciato due anni fa dal Parlamento europeo. Ora la questione torna di attualità.

L'eurodeputato della Lega Nord Giancarlo Scottà ha infatti chiesto all'Esecutivo Ue, in un'interrogazione parlamentare presentata insieme ad altri colleghi della Commissione Agricoltura, che si faccia chiarezza sull'utilizzo, in Inghilterra, dei bollini "verde-arancione-rosso" sul packaging dei prodotti alimentari. Questi colori- dice l’europarlamentare- stanno ad indicare il contenuto di calorie, zuccheri, grassi, grassi saturi e sale, e servono a classificare alimenti e bevande in cibi buoni e meno buoni. Si tratta, nello specifico, di una raccomandazione del Governo britannico adottata il 19 giugno scorso, che ha interessato diversi prodotti italiani, soprattutto i formaggi.

 

«Questo tipo di segnaletica - ha aggiunto l'europarlamentare trevigiano - classifica gli alimenti solo in base al contenuto dei singoli nutrienti, senza tenere conto della dieta complessiva, dando quindi messaggi fuorvianti ai consumatori».

«È opportuno verificare che questa etichettatura introdotta dal governo inglese sia pienamente conforme ai requisiti Ue e che non generi confusione, mettendo in discussione il valore di un sistema di certificazione condiviso dai paesi europei e su cui hanno investito molti produttori».

«Due anni fa -ha ricordato Scottà- il Parlamento europeo si era espresso contro il cosiddetto "metodo a semaforo", a cui la Lega si è sempre opposta considerandolo un sistema approssimativo che, come dimostrano oggi i dati sull'export alimentare italiano nel Regno Unito, avrebbe finito per danneggiare i nostri prodotti migliori».

in data:03/10/2013

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