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Assoenologi, il vino è uscito dal tunnel della crisi
Grazie all'export di fine 2010 -sostiene l'associazione- il settore registra cenni di ripresa. Ipotizzata per il 2011 un'inversione di rotta
Roma - Il vino targato Made in Italy è uscito dal momento buio. A segnalarlo è Assoenologi sulla base del consuntivo 2010. Alla fine dello scorso, grazie soprattutto alle vendite all’estero, il settore appare dunque in ripresa. ''I dati di fine anno – afferma infatti il direttore generale Giuseppe Martelli - lasciano intravedere un incremento di vendite all'estero non solo quantitativo ma anche di introiti che, se confermato nel 2011, potrebbe far ipotizzare un' inversione di rotta. La congiuntura a livello internazionale è pesante ma il vino italiano, sia pur manifestando degli spiragli superiori ad altri prodotti agroalimentari, non rimane più in balia della schizofrenia dei mercati''.
In particolare l’analisi sul 2010 dell’associazione sottolinea una produzione italiana di 45,5 milioni di ettolitri di vino e cioè il 3,3% in meno rispetto alla media quinquennale attestata su 47 milioni di ettolitri. Il dato – segnala una nota - testimonia che a livello strutturale il settore si sta contraendo sensibilmente (nel 2000 si produssero 54,1 milioni di ettolitri), ma con prospettive di sviluppo per le aziende che hanno saputo interpretare e gestire la crisi.
Allo stesso tempo il giro d’affari ha tenuto rispetto al 2009 rimanendo sui 13,5 miliardi di euro con una netta flessione di introiti nei primi mesi dell'anno poi recuperata sui mercati internazionali. A questo va aggiunto che una nota piacevole arriva dai mercati extra-europei. ''Tra gli aspetti positivi – spiega infatti Martelli - è da rilevare la crescita dei mercati extra-europei''. Nello specifico nel mese di novembre il valore export ha superato per la prima volta la barriera dei 400 milioni di euro, 414 per l'esattezza, e la soglia dei 2,2 milioni di ettolitri. L’andamento è chiaro anche nella lettura dei dati. La fase espansiva dei nuovi mercati vede la Cina con +145% e la Russia +69%. Buono anche il trend del mercato canadese +67,5%, Danimarca +37,1%, Paesi Bassi +32,2%. Positiva anche in Germania e negli Stati Uniti, rispettivamente +14,4% e +16,3% . Segnali importanti arrivano anche dalla Svizzera con +15,5%