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Aumento salariale per il settore alimentare
Firmato a Roma, nella sede di Confindustria, l’accordo per 500mila lavoratori del comparto. L’intesa prevede un incremento di 126 euro al parametro, 137 per 38 mesi di validità contrattuale
Roma - Concluso, dopo tre giorni di lungo negoziato, il rinnovo del contratto di lavoro di 500.000 lavoratori del settore alimentare, scaduto il 30 settembre scorso. A dare notizia della fine della trattativa siglata nella sede della Confindustria a Roma sono state le sigle sindacali Fai-Flai-Uila. Il nuovo contratto prevede un aumento salariale (126 euro al parametro 137 per 38 mesi di validità contrattuale), la prima tranche del quale partirà dal 1° ottobre, primo giorno di validità contrattuale.
“In un anno molto impegnativo, che ci ha visto in campo più volte con successo per difendere diritti e tutele, il rinnovo del Ccnl industria alimentare- ha spiegato il segretario generale della Uila-Uil Stefano Mantegazza- rappresenta un risultato molto soddisfacente che garantisce la tutela del potere di acquisto delle retribuzioni per mezzo milione di persone. In un panorama politico e sociale in progressivo disfacimento, Fai-Flai-Uila, hanno dimostrato, ancora una volta, di essere un solido punto di riferimento per i lavoratori del settore”.
“Un contratto figlio di questo tempo difficile che ha, innanzitutto, il pregio di aver realizzato – ha continuato - un positivo aumento salariale (126 euro al parametro 137 per 38 mesi di validità contrattuale), la prima tranche del quale partirà dal 1° ottobre, primo giorno di validità contrattuale. Una risposta economica importante che mette soldi freschi nelle tasche vuote dei lavoratori.
Viene valorizzata ulteriormente la contrattazione di secondo livello, nella speranza che l’interesse a praticarla sia anche delle imprese. Un contratto – ha concluso - che innova anche sul versante del welfare: dal 1° gennaio 2013 sarà, infatti, operativa una diaria per le lavoratrici in maternità facoltativa, finanziata con specifica contribuzione (24 euro l’anno) dalle aziende.
Si tratta di una prima grande dimostrazione delle potenzialità del welfare contrattuale che, mi auguro, possa essere ampliata in futuro”.