Filiera Corta
Birra: i consumi rimangono “piatti”
Nonostante una produzione birraria in crescita del +2% rispetto al 2013- segnala Assobirra- il trend economico è in linea con quello degli ultimi dieci anni. Crescono i prodotti più economici
Roma- In Italia il consumo di birra si è attestato su livelli sostanzialmente "piatti", confermando il trend degli ultimi 10 anni, nonostante una produzione birraria in crescita del +2% rispetto al 2013. Bene anche l`export, tornato a crescere del +3,5% ma rimangono alte anche le importazioni. Il settore della birra poi contribuisce per 4 miliardi ma l'elevata tassazione frena la creazione di posti di lavoro. E' quanto emerge dall'Annual Report 2014 di AssoBirra, che evidenzia l'andamento del 2014 nel settore birrario. Nell`ultimo anno, quindi, nonostante la crisi e un contesto fiscale non favorevole, la birra ha visto salire la produzione del 2% rispetto all`anno precedente (per un totale di 13.521.000 ettolitri prodotti), trainata anche dalla buona performance dell`export (+3,5%). Eppure i consumi rimangono "piatti", e si spostano sempre più in casa e verso prodotti più economici.
"A causa degli alti livelli di tassazione si è assistito ad un sostanziale stop anche dall`occupazione, che si ferma a 136.000 unità e ha visto esaurirsi la forte spinta data dai micro birrifici negli anni passati", segnala Assobirra, che indica poi come "il 44% delle aziende del settore sarebbero disposte a investire in nuove assunzioni se le accise tornassero ai livelli pre-aumenti". Per l'export come detto +3,5% (per un totale di 1.995.000 ettolitri esportati), grazie anche all`importante ruolo del mercato Ue che ha assorbito 1,67 milioni di ettolitri (pari al 76,2% del totale). Dall`altro lato, però, le importazioni di birra non hanno registrato scostamenti significativi rispetto ai due anni precedenti, attestandosi sull`elevato valore di 6.203.000 ettolitri (-0,2% rispetto al 2013 e +0,8% sul 2012). In questo quadro, l`Italia resta il decimo produttore di birra in Europa, nettamente staccato dai Paesi in testa alla graduatoria (Germania, Regno Unito e Polonia), ma comunque davanti a Paesi di consolidata tradizione birraria come Austria, Danimarca e Irlanda. Molto bene invece la produzione di malto, che come sempre viene interamente assorbita dall`industria italiana, che ha sfiorato la soglia dei 700 mila quintali (+3,8%).