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Biscotti e merendine, i consumatori si sentono ingannati dalla pubblicità dei prodotti promossi
Oltre Il 70% dei consumatori pensa che la pubblicità non è etica, non è basata su dati statistici e non racconta cose vere. In particolare gli utenti finali si sentono ingannati dalla pubblicità di integratori alimentari, cosmetici, merendine e biscotti. A rilevarlo ricerca Swg "Pubblicità ed Etica: vissuto dei consumatori e percezione delle imprese" svolta per EthicsGo e presentata oggi a Milano, in Assolombarda, nel corso del convegno "Consumatori o consumattori? La pubblicità etica come fattore di competitività per le imprese".
"Più del 50% dei consumatori ritiene di essere poco o per nulla tutelato rispetto ai messaggi pubblicitari - spiega il presidente dell'Istituto di ricerca Swg Maurizio Pessato. Le etichette dei prodotti sono la fonte ritenuta più affidabile nel 51% del campione e rispettosa delle norme legali, per il 53%, etica 44%; e che riporta informazioni basate su dati scientifici 40% del campione. Tuttavia, anche per quanto riguarda le etichette, vi è minor fiducia- prosegue il presidente- verso le aziende straniere e verso le imprese di grandi dimensioni. E sono ritenute meno affidabili le indicazioni che evidenziano l'assenza di determinati componenti quali ad esempio additivi, grassi, coloranti o zuccheri".
Per sentirsi tutelato – conclude ancora Pessato - al di là delle sanzioni e dei controlli da parte del Governo, circa un terzo del campione ritiene che la strada giusta potrebbe essere quella della certificazione e di un organismo realmente indipendente. Una posizione condivisa da oltre la metà delle aziende intervistate".