Filiera Corta
Caffè lungo all'americana? No, thanks. In Italia la parola d'ordine è "espresso"
Ad oggi i bar italiani servono in un anno 6 miliardi di espressi per un volume d'affari di 6,6 miliardi di euro, cappuccino compreso. Serviti in media al giorno 175 caffè e cappuccini per un incasso giornaliero di 184 euro
Roma- Lo straniero non passa. In Italia il caffè lungo all'americana ancora non fa breccia. E qualcuno direbbe per fortuna. Ad oggi i bar italiani- secondo un report della Federazione italiana pubblici esercici (Fipe)- servono in un anno 6 miliardi di espressi per un volume d'affari di 6,6 miliardi di euro, cappuccino compreso. Il consumo è di 47 milioni di chilogrammi di miscela. Tradotto in numeri parliamo 175 caffè e cappuccini serviti al giorno in media da un bar italiano per un incasso giornaliero di 184 euro.
Volgendo lo sguardo ai prezzi della tazzina di caffè nei capoluoghi di provincia italiani, si nota invece come il prezzo medio della tazzina di espresso si sia attestato su 0,96 euro, crescendo dal 2008 al 2015 del 14%, pari, in valore assoluto, a 12 centesimi di euro. La diminuzione del prezzo del caffè verde non arriva mai fino al prezzo di acquisto del caffè torrefatto facendo sì che i benefici di questo processo vadano a vantaggio solo delle componenti a monte della filiera. Ma sulla tazzina, come prodotto di punta del bar, pesa una quota consistente dei costi di gestione (affitto, lavoro, utenze) con la conseguenza che il costo della materia non è determinante nella formazione del prezzo finale.
Entrando nel dettaglio il caffè passa da 1,07 euro di Bologna, Rovigo, Ferrara e Bolzano per arrivare a 0,74 euro a Bari. Anche gli aumenti tra il 2008 e il 2015 hanno visto significative differenze per territorio: dal +26,2% di Gorizia al +1,5% di Piacenza.
Nel mondo dei bar sono occupate ad oggi 363mila persone, di cui 206mila sono dipendenti. Nel corso del 2014 il 18% delle richieste di personale espresse dalle imprese ha riguardato la professione del barista.