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Carne equina, positivo il 4,6 per cento dei campioni europei
Resi noti i risultati complessivi dei test chiesti dall'Ue a tutti i paesi per lo scandalo alimentare relativo alla carne di cavallo. Da quanto ufficializzato è risultato contenere cavallo in quantita' superiore all'1% il 4,66% dei campioni di carne etichettata come bovina analizzati in tutta l'Ue. Di questi, solo nello 0,51% sono state rinvenute tracce di fenilbutazone, un antifiammatorio nocivo per la salute umana.
I risultati – ha detto il commissario alla salute Tonio Borg, ''confermano'', che si tratta di ''una questione di frode e non di sicurezza alimentare''. Intanto in Italia, il ministero della Salute ha diramato l’elenco delle aziende positive al test per trovare carne di cavallo non dichiarata in etichetta. Le aziende sono in totale sedici. In tutto sono stati riscontrati 33 campioni con presenza di carne di cavallo per un totale di 26 prodotti che si sono dimostrati irregolari, con una campagna di controlli che ha portato ad analizzare 454 campioni in tutto. Invece su un presunto giallo dei dati italiani trasmessi a Bruxelles il dicastero in una nota ha spiegato che l’Italia ha effettuato 361 controlli a campione dove sono stati riscontrate 14 positività alla carne equina (3,87 per cento) e questo era il programma originario. In seguito a questi controlli nelle stesse aziende o in aziende collegate, dove sono state riscontrate le positività, il ministero della Salute italiano ha predisposto ulteriori controlli effettuando anche il prelievo di altri 93 campioni. In questo ulteriore campionamento sono state rinvenute 19 positività (pari al 20,43 per cento). La percentuale – si chiarisce - si alza sensibilmente poiché si tratta di aziende dove erano già state riscontrate positività o erano aziende collegate in quanto fornitrici di materia prima. La decisione circa ulteriori controlli nelle aziende risultate positive era stata presa, quindi, per la verifica della rintracciabilità del prodotto e delle relative materie prime. Si tratta quindi di due campionamenti non omogenei dal punto di vista statistico, i cui risultati non possono essere sommati. Il numero di campioni da prelevare assegnato all’Italia dalla Raccomandazione europea era di 200