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Cereali: l'offerta non tiene il passo della domanda
L'ultimo rapporto del Dipartimento all'Agricoltura degli Stati Uniti segnala una produzione globale cresciuta del 16 per cento rispetto a una domanda aumentata del 20 per cento nel periodo che va dal 2000 ad oggi
Roma - La forbice tra domanda e offerta nel mercato dei cereali si allarga sempre di più. Ad evidenziarlo è l’ultimo rapporto del Dipartimento all'Agricoltura degli Stati Uniti che segnala una produzione globale cresciuta del 16 per cento rispetto a una domanda aumentata del 20 per cento nel periodo che va dal 2000 ad oggi. Le riserve dei cereali – si segnala in una nota – sono infatti al minimo degli ultimi 37 anni, pari al 15 per cento del consumo globale a causa di una offerta che non riesce a tenere appunto il passo della domanda
Si segnala inoltre, che prima del prossimo raccolto, gli stock di magazzino potrebbero scendere al 13 per cento dei consumi con la conseguenza di spingere i produttori ad aumentare la superficie coltivata a cereali che oggi sembrano garantire profitti maggiori rispetto ad altre coltivazioni. A questo va aggiunto che per via di difficoltà nei raccolti in diversi mercati chiave negli ultimi 12 mesi (con un raccolto globale diminuito del 2,4% nel 2010) il granturco ha visto le sue quotazioni aumentare del 95 per cento, mentre il frumento del 71 per cento contro una crescita della soia del 44 per cento.
Una situazione che inevitabilmente – secondo gli analisti - può dare vita a nuovi record a causa dello stimolo alla domanda in arrivo dalla Cina dovuto in particolare per via del boom del consumo locale di carne di maiale (cresciuto dal 2000 del 30 %) che ha imposto un aumento delle importazioni di cereali.
Un trend economico che sta avvantaggiando l'export agroalimentare degli Usa, cresciuto nel 2010 del 18% a 115,8 miliardi di dollari.