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Cina, India e Turchia sotto assedio per il cibo low cost

Dalle tre Nazioni- secondo Coldiretti- provengono prodotti e igredienti alimentari che possono essere offerti a basso prezzo anche per le diverse regole sanitarie e ambientali in vigore, oltre che per lo sfruttamento della manodopera

Roma- Una vera e propria guerra al cibo garantito e di qualità. L'immagine di una situazione alimentare minata da alimenti prodotti a basso costo provenienti dai Paesi fuori dall'Unione europea è stata rilasciata da Coldiretti a Bruxelles con la presentazione del primo dossier sui "Rischi dei cibi low cost".  L’80 per cento degli allarmi alimentari - spiega l'organizzazione di Palazzo Rospigliosi -  è stato provocato da prodotti a basso costo provenienti da Paesi fuori dall’Unione Europea.  In particolare - incalza l'organizzazione agricola - a salire sul podio nel 2012,  in base al sistema di allerta comunitario per la prevenzione dei rischi alimentar, sono stati nell’ordine la Cina, l’India e la Turchia. Nazioni dalle quali provengono ingredienti e alimenti che possono essere offerti a basso prezzo anche per le diverse regole sanitarie e ambientali in vigore, oltre che per lo sfruttamento della manodopera.

La relazione sul sistema di allerta rapido sui rischi alimentari nell’Unione Europa - sottolinea la Coldiretti - ha registrato allarmi sull’importazione di nocciole e pistacchi dalla Turchia, contaminati per la presenza di muffe e aflatossine e spesso utilizzati per snack low cost. Nel 2013 sono aumentati del 26 per cento gli allarmi alimentari in Italia dove quello del cibo low cost è l’unico settore a registrare un aumento delle vendite per effetto della crisi. E nel 2012 - continua la Coldiretti - sono anche aumentate del 38 per cento le importazioni in Italia di miele naturale dalla Cina per un totale di 1,7 milioni di chili, a fronte di una produzione nazionale stimata in 8 milioni di chili.

Dopo che la scoperta di antibiotici nella produzione cinese aveva di fatto azzerato gli arrivi in Europa adesso un nuovo allarme - informa la Coldiretti - riguarda il rischio della contaminazione da organismi geneticamente modificati (Ogm) che non sono autorizzati nel Vecchio Continente. Un problema che riguarda pure il riso importato dalla Cina, ma anche dagli Usa che ha aumentato l’export verso l’Italia del 12 per cento nel 2012, dopo che nel passato era scoppiato lo scandalo dell’importazione illegale in tutto il mondo di riso geneticamente modificato non autorizzato. Se si vanno poi ad analizzare i singoli paesi, l’ultimo Rapporto annuale sui residui dei pesticidi negli alimenti elaborato dall’Efsa (Agenzia europea per la sicurezza alimentare) evidenzia risultati particolarmente negativi - precisa la Coldiretti - per il pepe indiano (irregolare il 59 per cento dei casi), per il pomodoro cinese (irregolare il 41 per cento), per le arance egiziane (irregolare il 26 per cento), per l’aglio argentino (irregolare il 25 per cento) e per le pere slovene (irregolare il 25 per cento).

La maggioranza del succo di arancia consumato in Europa poi proviene dal Brasile sotto forma di concentrato al quale viene aggiunta acqua una volta arrivato nello stabilimento di produzione, a differenza di quanto avviene per la spremuta. Nel 2012 gli Stati Uniti - conclude la Coldiretti - hanno bloccato le importazioni di succo di arancia concentrato proveniente dal Brasile, a causa di residui sugli agrumi di un antiparassitario, il carbendazim, vietato negli Stati Uniti, ma anche in Europa.

“Se l’Europa vuole difendere la salute dei propri cittadini,e tutelare l’ambiente e il territorio comunitario deve investire sulla propria agricoltura” ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “la politica agricola è l’unica politica veramente integrata dell’Unione Europea e occorre far si che con la riforma si premi chi lavora e vive di agricoltura, chi produce in modo sostenibile, chi produce cibo. Una esigenza per l’Italia dove – conclude Marini - occorre un piano strategico nazionale per aumentare del 10%, entro 5 anni, la copertura del fabbisogno alimentare nazionale, anche con politiche di salvaguardia del suolo agricolo e delle risorse naturali”.

in data:30/05/2013

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