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Città del Vino, 48 Gran medaglie d’oro e 318 ori al Concorso enologico internazionale
Sono state 48 le Gran Medaglie d’Oro, di cui 38 aggiudicate dall’Italia e 10 da vini esteri, mentre le Medaglie d’Oro sono state 318, di cui 269 italiane e 49 di altre nazioni. Il punteggio più alto in assoluto stato ottenuto da un vino del Portogallo, il Caves Santa Marta Porto 20 Anos della Caves Santa Marta; mentre il primo vino italiano è stato un Marche Rosso Igt Passito, dell’Azienda agricola Stefano Mancinelli di Morro d’Alba (An).
Grande qualità e pioggia di medaglie alla 22esima edizione Concorso Enologico Internazionale Città del Vino e Grappa Award, che ha visto la partecipazione di oltre 1.300 campioni di vino partecipanti, di cui l’80% italiani ed il 20% da 11 Paesi di tutto il mondo e la cui cerimonia di premiazione si è svolta questa mattina a Roma in Campidoglio alla presenza dei Sindaci italiani e del Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida. Le selezioni dell’edizione 2024 si sono svolte nei giorni scorsi a Gorizia.
“Il vino è un gioiello del mondo agricolo e in Italia fa da traino alla nostra economia e al nostro export – ha detto nel suo saluto il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida. - Dobbiamo cercare di raccontare questo prodotto valorizzando le migliori esperienze imprenditoriali che sono sui vari territori e questo l’associazione Città del vino lo fa in maniera eccezionale. Bisogna tornare a investire sull’agricoltura, sulla qualità dei prodotti e sulle esportazioni, questo crea ricchezza che può essere poi ridistribuita a chi è più in difficoltà. Il Sistema Italia basato sui sindaci, sugli imprenditori e su tutte le istituzioni sia un presidio che ci metta in condizione di avere un ruolo strategico per la nostra Nazione e possa essere una guida dal punto di vista sociale e culturale”.
“Una importante edizione del concorso internazionale Città del Vino – evidenzia il presidente di Città del Vino, Angelo Radica – che si conferma per qualità dei territori enologici e delle produzioni e per attirare aziende vitivinicole da tutto il mondo. Oggi come mondo enologico italiano abbiamo due tipi di necessità: da una parte quella di parlare alle giovani generazioni rispetto all’uso consapevole e al valore culturale del vino; dall’altra quella di formare le aziende e i produttori sul valore dell’enoturismo e le politiche di accoglienza turistica. Voglio sottolineare le ottime performance di nuovi paesi partecipanti come Libano e Israele e le buone partecipazioni di Cile e Messico anch’essi alla loro prima partecipazione. Successi per i vini italiani, da Nord, Centro e Sud: nelle selezioni di Città del Vino il pregio di valutare i vini non solo dal punto di vista tecnico (per la loro qualità oggettiva), ma soprattutto per il loro legame con il territorio, per la loro capacità di emozionare e per ribadire il valore del rapporto tra le aziende e i Comuni. Essere Città del Vino è un valore aggiunto per le cantine di tutta Italia”.