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Cno e Unaprol, pressing per la legge anticontraffazione dell'olio

Cno ed Unaprol, le due organizzazioni nazionali dei produttori di olio di oliva, stanno conducendo con determinazione una battaglia a favore della trasparenza, della qualità e della tutela del reddito degli agricoltori, minacciati da una diffusa illegalità e da anomalie di funzionamento nella filiera.
A Bari, nel corso di un evento congiunto a Cia e Coldiretti Puglia sul tema: "Una legge contro i fuori legge dell'olio" i presidenti di Unaprol Massimo Gargano e del Consorzio Nazionale degli olivicoltori (Cno) Gennaro Sicolo hanno ribadito con fermezza la volontà delle due organizzazioni di andare fino in fondo, sostenendo le iniziative legislative in discussione a livello parlamentare e chiedendo controlli più attenti, rigorosi e frequenti per smascherare gli operatori che con le loro azioni svalutano l'olio italiano di qualità.

"Il sistema oleicolo italiano ha bisogno di essere difeso. Sono necessarie delle norme che assicurino trasparenza del mercato e correttezza nei confronti del consumatore, ha affermato il presidente Unaprol Massimo Gargano. Nella competizione globale – ha poi aggiunto – le imprese olivicole italiane hanno bisogno di recuperare come elemento di competitività il legame con il territorio e l’origine certa del prodotto. L’identità dell’olio italiano è sotto schiaffo. Le frodi e le sofisticazioni mettono a rischio un patrimonio ambientale con oltre 250 milioni di piante sul territorio nazionale che garantisce un impiego di manodopera per circa 50 milioni di giornate lavorative all’anno e un fatturato di oltre 2 miliardi di euro. In quest’ottica – ha poi concluso Gargano – le nuove disposizioni in discussione offrono maggiori garanzie perché creano una barriera di anticorpi a favore delle imprese olivicole e offre alle aziende serie di questo settore l’opportunità di alimentare la catena del valore intorno al prodotto simbolo del made in Italy nel mondo”.
Il settore dell'olio di oliva è in espansione a livello mondiale: dal 1990 ad oggi i consumi sono raddoppiati ed il tasso di crescita annuale previsto per il futuro è tra i più elevati nell'ambito dell'intera gamma di produzioni agro-alimentari.

"La posizione italiana nel contesto globale, ha detto il presidente Cno Sicolo, può essere descritta in due battute. Siamo i leader riconosciuti per la qualità, ma agli olivicoltori è riconosciuto un compenso che non copre i costi. Dobbiamo fare sistema, unendo le forze sane disponibili e lavorare per superare le attuali grandi difficoltà. In particolare occorre intervenire su tre direzioni: le regole, l'aggregazione della produzione e gli strumenti per affrontare il mercato. Sulla questione regole è in via di approvazione un provvedimento che finalmente consente di cambiare passo. Sono grato alla senatrice Mongiello per la sua iniziativa parlamentare. Grazie alle nuove disposizioni, chi voleva farsi gioco dei produttori d'ora in poi o si allinea ed opera nel segno della trasparenza e della correttezza o cambia lavoro, ha concluso il presidente del Cno".
Il presidente Antonio Barile ha sottolineato che la Cia regionale della Puglia "è stata la prima organizzazione a lanciare la petizione per abbassare a 30 milligrammi il limite massimo di alchilesteri, convinti sia il punto focale per difendere il settore dalle contraffazioni. Ora, ha affermato Barile, serve un rigoroso piano di controlli".
Alle porte di una campagna olivicolo-olearia che si profila ottima per qualità e contenuta nelle quantità, elementi che per una logica quanto stringente legge di mercato determinano prezzi del prodotto ragionevoli, bisogna dotarsi di ogni strumento utile a contrastare chi boicotta il buon andamento del comparto. “Quest’anno faremo di tutto – preannuncia il presidente della Coldiretti Puglia, Pietro Salcuni – per dimostrare che i prezzi bassi dell’olio nulla hanno a che fare con la stagnazione dei consumi. Le famiglie utilizzano olio. Piuttosto, c’è da chiedersi di che olio si tratta, visto che quello pugliese non trova acquirenti. Se il grano arriva per mare, l’olio arriva su gomma. E’ determinante – continua Salcuni – che tutti i soggetti operanti nel settore olivicolo–oleario concorrano a creare una ‘cultura della filiera’, per fare in modo che venga riconosciuta la giusta remunerazione alle olive, all’olio e il consumatore finale possa acquistare vero prodotto pugliese al giusto prezzo. Per questo va urgentemente approvata la proposta di legge salva-olio Made in Italy”.

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in data:16/10/2012

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