L'indirizzo
Con Celeste tornano gli anni'80
Ristorante di Roma Nord propone cucina comfort italiana rappresentata dai piatti iconici del decennio
Roma- Celeste nostalgia, così cantava Riccardo Cocciante nel 1982. “Dopo anni che abbiamo cavalcato l’onda della cucina internazionale e del tropical, crescendo abbiamo deciso di esibire al pubblico un format che ci riconducesse indietro, alle nostre origini, a quando i nostri genitori ci portavano al ristorante. A quella cucina comfort italiana rappresentata dai piatti iconici di quel decennio. Una tipologia di offerta culinaria che rispecchia fondamentalmente ciò che vorremmo trovare noi quando scegliamo di andare fuori casa. Ci siamo prefissi di dare solide certezze alla nostra clientela che, è leggermente cambiata. Il target ora si è spostato su un pubblico che oscilla dai trentacinque ai cinquanta anni. Ovvero più esigente ed in grado di comprendere e apprezzare la qualità. Sebbene la nostra cucina solo in apparenza sembri semplice dal punto di vista della materia prima e dell’impiattamento. Un cambio di marcia che ci sta già regalando grandi soddisfazioni”. Ha le idee chiare Andrea Spurio, uno dei giovani soci di Celeste (Via Flaminia, 609), il ristorante che va ad arricchire l’offerta enogastronomica di Roma Nord, nel cuore del Fleming in via Flaminia.
Una villetta a due piani, tipica della zona è stata sottoposta ad un attento restyling, puntando su estetica, colori e colonna sonora che inevitabilmente si riallaccia agli anni ’80. Si punta senza indugi ad una formula che permette al cliente di trascorrere l’intera serata nello stesso luogo. Le varie anime di Celeste, offrono la possibilità, come si usava una volta, senza bisogno di cambiar locale, di godersi aperitivo, cena e dopocena nella medesima location. L’ambiente è frutto dell’estro creativo della famosa scenografa televisiva e restauratrice, Simona Cipolloni, che ha fatto del color celeste la tinta cardine delle sale principali. Un ambiente dalle linee pulite, pavimenti con doghe in legno, panche in velluto e poltroncine verdi, tavoli in legno su basi di ferro e luci soffuse. Un concept che si estende in diversi ambienti: un dehors nascosto con 40 sedute e 60 coperti interni che si sviluppano su due pani, tra la tradizione del ristorante a piano terra e la modernità del club al piano superiore. In cima alla bella scala blu e al di là della tenda in velluto si accede (ogni sera a partire dalle 18:00) al club con cocktail bar e dj set.
A tavola ci si può scatenare con la confortante cucina tricolore, con richiami agli anni ’80 e ai suoi sapori: cocktail di gamberi, vitello tonnato, filetto al pepe verde, orecchie d’elefante. Non mancano i primi simbolo di quell’epoca: le pennette alla vodka e i tortellini prosciutto e piselli. Per i dolci scelta obbligata con creme caramel, tiramisù, panna cotta, tartufo bianco e torta di mele. Esattamente un viaggio in quella zona confort della gastronomia italiana a cui si guarda con nostalgia, ripresentata in chaive moderna, e alleggerita, dallo Chef Daniele Cardinale, che vanta esperienze importanti, tra cui quella da Junior Chef all’Hotel De Russie. I capisaldi della sua cucina si rintracciano nella valorizzazione delle materie prime, nella ricerca costante dei prodotti di eccellenza e dei piccoli fornitori locali, per assicurare una filiera corta ma di qualità.
Rigorosa ed essenziale la proposta della cantina che spazia tra bianchi, rossi, bollicine e rosè così come il Cocktail bar, gestito dal Bar Manager Matteo Panichi, che riporta in auge la tradizione con negroni o vermut, senza bisogno di cedere a sciroppi e coloranti, con accostamenti essenziali e dal gusto minimal. Da Celeste dunque è un approdo sicuro per chi ha voglia di revival ma anche per un neofita della cucina anni ’80. (Sabino Cirulli)