Filiera Corta
Con la tassa sulle bibite Pil in contrazione di 238 milioni
È quanto stima un’analisi realizzata dall'Istituto Ref, Ricerche - Assobibe e Mineracqua. Gli industriali chiedono il ritiro del provvedimento. Il Cdm deciderà sulla misura il 5 settembre
Roma – Una contrazione del Prodotto interno lordo (Pil) stimata in 238 milioni di euro. E’ quanto stimato dagli operatori del settore se il provvedimento del ministro della Salute Renato Balduzzi mirato ad applicare una tassa sulle bevande con zucchero o edulcoranti diventerà operativo. L’analisi, emersa a Confindustria Venezia nel corso di un incontro tenuto da Alessandro Magnoni di Coca Cola, Ettore Fortuna di Mineracqua, Matteo Zoppas e Pierluigi Tosato di San Benedetto, Antonio Punziano di San Pellegrino e un rappresentante di Pepsi e realizzata dall'Istituto Ref, Ricerche - Assobibe e Mineracqua, prevede inoltre danni occupazionali con 5 mila lavoratori in meno, una contrazione dei consumi pari a 305 milioni di euro e minori entrate per lo Stato, quantificabili in 95 milioni di euro. A livello nazionale il comparto vale 1,9 miliardi di euro l'anno e conta circa 25 mila addetti, tra diretti e indiretti.
Al momento comunque la misura resta sospesa. Il Consiglio dei ministri (Cdm), previsto non ufficialmente per domani, è saltato. Rimane appeso dunque il decretone omnibus di Renato Balduzzi sulla sanità. Il Consiglio dei ministri, a quanto si apprende, dovrebbe riunirsi il 5 settembre per discutere la materia.
Gli industriali intanto continuano a chiedere al Governo di ritirare il provvedimento. ''Siamo - ha detto il presidente degli industriali veneziani Luigi Brugnaro- fortemente preoccupati per le gravi ricadute che la misura potrebbe generare nel comparto, sulla produzione e l'occupazione. Siamo dell'avviso – ha incalzato - che per promuovere regolari stili di vita della popolazione sia opportuno puntare sull'educazione alimentare più che sulla tassazione; peraltro, oltre che discriminatoria, questa tassa è del tutto ingiustificata dal punto di vista nutrizionale''. ''Questi prodotti sono già fortemente penalizzati da un'aliquota Iva tra le più alte d'Europa ed ora temiamo che il provvedimento possa provocare pesanti contraccolpi sulle imprese del settore e sull'intera economia - ha concluso Brugnaro. Chiediamo al governo di ritirarlo''.
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