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Con lo sciopero dei Tir danni all'alimentare per 100 milioni

Stimate dalle organizzazioni agricole le prime conseguenze economiche sul settore a seguito del blocco della circolazione che impedisce le consegne dei prodotti deperibili come l’ortofrutta, il latte, la carne e il pesce

Roma - Salgono a oltre 100 milioni i danni subiti dall’agroalimentare Made in Italy a seguito del blocco della circolazione che impedisce le consegne dei prodotti deperibili come l’ortofrutta, il latte,  la carne e il pesce. E’ questo il bilancio tracciato dal presidente della Coldiretti Sergio Marini a piazzale Flaminio a Roma nel corso della mobilitazione “Coraggio Italia!” che ha portato gli imprenditori agricoli a regalare ai pensionati italiani e alle famiglie in difficoltà, frutta, verdura, uova e latte rimasti bloccati nelle aziende agricole e nei magazzini a causa dello sciopero dei Tir.

Al danno economico immediato va aggiunta - sottolinea Marini - la perdita di credibilità con la grande distribuzione europea pronta a sostituire il prodotto Made in Italy con quello proveniente da Paesi come la Spagna nell’ortofrutta o dall’Olanda per i fiori, diretti concorrenti della produzione Made in Italy.

La situazione è difficile lungo tutta la penisola con i principali mercati ortofrutticoli completamente bloccati e perdite che vanno dai 7,5 milioni di euro per il mercato di Fondi a 3 milioni di euro per quello di Catania, secondo un monitoraggio della Coldiretti. La Sicilia è in ginocchio ma gravi difficoltà sono segnalate - continua la Coldiretti - anche in Campania dove si perdono 1,2 milioni di euro al giorno per il latte, anche di bufala, e oltre 5 milioni per l’ortofrutta. Il Consorzio della mozzarella di bufala campana ha stimato danni per 600mila euro mentre in Emilia Romagna ci sono problemi per la mancata consegna di prodotti ortofrutticoli che potrebbe costare una decina di milioni e in Puglia tra latte, ortofrutta e fiori il danno è di circa 7 milioni di euro e in Lombardia.

Ovunque - continua la Coldiretti - si segnala un preoccupante calo degli ordinativi dall’estero ed un aumento delle difficoltà per gli agricoltori che oltre alla perdita per il prodotto deprezzato o svenduto sono costretti ad accollarsi anche quello dello smaltimento dei prodotti non piu’ commercializzabili. La situazione di difficoltà dell’economia è reale, a partire dal caro gasolio che è costato solo alle aziende agricole 400 milioni di euro in un anno, ma - conclude la Coldiretti - la crisi in queste condizioni rischia di aggravarsi e occorre far ripartire al piu’ presto la circolazione.

Confagricoltura, facendo l'analisi della situazione, chiede con forza la fine dello sciopero. “Basta scioperi! Il Paese è fragile dice l'Organizzazione agricola . L’agricoltura - si legge ancora in una nota -  in ginocchio e tutta la filiera agroalimentare rischia il collasso”.

La situazione - fa presente Confagricoltura che sta monitorando costantemente gli avvenimenti attraverso le sue sedi territoriali - resta difficilissima con blocchi in molte zone d’Italia e con la Sicilia sotto assedio da una settimana che, con 500 Tir ogni giorno che non circolano, è sempre isolata e non riceve adeguati approvvigionamenti.

“In Calabria - spiega Confagricoltura - il latte munto non può essere consegnato; milioni di litri di cui è impossibile anche lo smaltimento come rifiuti. Problemi anche nell’approvvigionarsi dei mezzi di produzione; in Emilia Romagna cominciano a scarseggiare nelle stalle i mangimi necessari per l’alimentazione del bestiame”.

“Da un lato mercati senza prodotti, dall’altro gli agricoltori costretti a distruggere i loro beni deperibili. Sulle piazze del Nord Italia raggiungibili dai competitor stranieri – sottolinea Confagricoltura - le produzioni ortofrutticole siciliane e meridionali sono state rimpiazzate da quelle spagnole con aumenti dei prezzi al consumo del 15%”.

“Anche gli agricoltori - commenta il presidente di Confagricoltura Mario Guidi - rifiutano una imposizione come l’Imu che è eccessiva e non esiteremo nella difesa delle loro imprese, ma basta con le guerre tra poveri. Cosa trasporteranno i Tir quando le nostre aziende e l’intera filiera saranno costretti a chiudere?”.

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