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Coronavirus: Italia con la percentuale più alta in Europa di consumatori E-Food
Uno studio della società di consulenza Oliver Wyman analizza il cambiamento nelle abitudini di spesa dei consumatori in nove paesi colpiti dalla pandemia
Roma- Meno frequente e più digitale, ma anche meno fedele al solito supermercato: è la spesa ai tempi del Covid-19, che in pochissimo tempo ha cambiato radicalmente tempi e modalità con cui le persone si riforniscono di alimenti e prodotti per la casa. A rilevarlo è un sondaggio della società di consulenza Oliver Wyman svolto su nove Paesi colpiti dalla pandemia tra cui Italia, Francia, Spagna, Svizzera, Germania, Regno Unito e Usa.
Le misure imposte dai vari governi per contenere l’emergenza hanno costretto le famiglie a cambiare le proprie abitudini: la maggioranza degli intervistati ha ridotto la frequenza con cui fa la spesa, dato confermato anche dal campione italiano (56%). Allo stesso tempo, com’era immaginabile, le limitazioni al movimento dei cittadini hanno dato una forte spinta alla spesa online: in Italia il numero di persone che ordinano su internet è più che raddoppiato, tanto che la percentuale italiana di consumatori di E-Food – regolari o per lo meno saltuari – è oggi la più elevata in Europa (39%).
Questo probabilmente- spiega una nota- anche per evitare le difficoltà riscontrate da chi continua ad andare nel punto vendita fisico, come le lunghe code d’attesa e l’assenza dei prodotti cercati, segnalate rispettivamente dal 44% e dal 49% del campione italiano. Ma i problemi non mancano anche per chi acquista online, con ben il 50% dei partecipanti che lamenta la scarsità di finestre per la consegna.
Nonostante ciò, e sebbene il 47% delle famiglie italiane dichiarino che stanno sperimentando un calo del proprio reddito (seconda percentuale più alta dopo il 58% della Spagna), la spesa per gli alimenti è in crescita, anche se indirizzata maggiormente verso prodotti di primo prezzo e pacchi famiglia, con una ricerca dei formati più economici. Ben il 38% degli italiani, inoltre, ha cambiato supermercato, con il 13% che dichiara di averlo fatto in maniera definitiva.