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Coronavirus: a rischio 15mila piccole imprese, dalla ristorazione ai servizi
Confesercenti, l'impatto sull'occupazione potrebbe superare i 60mila posti di lavoro. Si rischia una perdita di circa 3,9 miliardi di euro
Roma- L'emergenza provocata dal coronavirus proveniente dalla Cina e arrivato in Italia rischia di avere un impatto elevatissimo sulla nostra economia pari ad una perdita di circa 3,9 miliardi di euro di consumi. Ed e' una stima conservativa, basata sull'ipotesi di una crisi limitata. A dare i numeri dell'impatto sull'economia e' Confesercenti.
La frenata dei consumi, sottolinea la confederazione, avra' conseguenze pesanti sul tessuto imprenditoriale: potrebbe portare alla chiusura di circa 15mila piccole imprese in tutti i settori, dalla ristorazione alla ricettivita', passando per il settore distributivo ed i servizi. L'impatto sull'occupazione potrebbe superare i 60mila posti di lavoro.
Intanto è anche scontro sull'export dei prodotti italiani. “Siamo impegnati- ha detto la ministra Mipaaf Teresa Bellanova nel corso dell’incontro in video conferenza con gli Assessori regionale all’Agricoltura- a tutti i livelli per scongiurare il blocco delle esportazioni di prodotti italiani. Una forma di pratica sleale che va condannato e che deve essere immediatamente fermata. Per questo, d’intesa con gli Assessori regionali all’Agricoltura, chiediamo al Presidente Conte e al Ministro Speranza di sensibilizzare specificamente la Commissione Europea alla Salute sollecitando un intervento per affermare che non sono legittime e tollerabili richieste di certificazione aggiuntive per i prodotti italiani, poiché non sussistono rischi di trasmissione del virus attraverso gli alimenti e gli imballaggi”.
“So bene”, ha aggiunto la Ministra, “quanto questo sia un momento delicatissimo che necessita o del massimo della condivisione e dello scambio di informazioni per essere affrontato adeguatamente. Abbiamo da affrontare criticità specifiche, salvaguardando imprese e reddito dei lavoratori, e difficoltà che arrivano da alcuni Paesi europei. La minaccia di blocco alle frontiere sta ad esempio spingendo la manodopera stagionale estera a rientrare nei Paesi di origine, con evidente penalizzazione per il nostro settore e le nostre aziende. E così alcune catene della grande distribuzione europea che, strumentalmente, chiedono garanzie sulla sicurezza degli alimenti provenienti dall’Italia per cui, a partire dall’emergenza, molti prodotti made in Italy agroalimentare sono bloccati mentre si registrano nel contempo anche speculazioni sui prezzi dei generi alimentari e delle materie prime. Per questo è necessario che le informazioni giungano corrette e tempestive: a noi per intervenire adeguatamente, ai cittadini e ai consumatori per garantire trasparenza, correttezza, sicurezza”.
Quanto agli interventi di tipo economico, si è condivisa la necessità di prevedere “strumenti di tutela del reddito delle imprese agricolo e agroalimentari con sospensione rate dei mutui, sospensione pagamento contributi; una prima dotazione per il ristoro dei danni subiti dalle aziende; ulteriori strumenti a tutela dei lavoratori interessati delle filiere alimentari e delle imprese di professionisti coinvolti dalle misure di contenimento.