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Corsa finita per il "Re della mozzarella"

Giuseppe Mandara, titolare dell'omonimo gruppo caseario, finisce in cella a seguito dell'indagine della Dia di Napoli e del Noe di Roma e Napoli denominata "Bufalo". Tra i reati contestati all'imprenditore il commercio di sostanze alimentari nocive

Roma- Termina la corsa del "re della mozzarella". Giuseppe Mandara, 56 anni, titolare dell'omonimo gruppo caseario con decine di punti vendita non solo in Campania, finisce in cella a seguito dell'indagine della Dia di Napoli e del Noe di Roma e Napoli denominata "Bufalo". L'imprenditore, che commercializzava il formaggio fresco di bufala anche all'estero gia' negli anni '80 grazie la sua intraprendenza imprenditoriale, ha goduto del finanziamento della camorra. In cella è finito anche il suo collaboratore piu' stretto, Vincenzo Musella, mentre altri 2 dipendenti del gruppo sono finiti ai domiciliari.

Mandara, per i pm della Direzione investigativa antimafia napoletana diretta da Federico Cafiero de Raho, ha come socio di fatto il boss Augusto La Torre che ha finanziato la sua attivita' dal 1983 con ben 700 milioni di lire. Nel corso delle indagini, oltre alle rivelazioni dei collaboratori di giustizia sui rapporti tra i due, e' stata trovata documentazione di protesto titoli fino al 1985 per 350 milioni di lire, una posizione debitoria di Mandara verso La Torre.

Tra i reati contestati all'imprenditore, anche il commercio di sostanze alimentari nocive e la vendita di prodotti con segnali mendaci. Per la prima imputazione, proprio Mandara avrebbe dato ai suoi collaboratori l'autorizzazione alla messa in commercio di mozzarelle pur essendosi rotta una guarnizione della macchina impastratrice con caduta di frammenti di ceramica nel prodotti in lavorazione.

Intanto il Consiglio di Amministrazione del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop, riunitosi oggi pomeriggio in seduta urgente e straordinaria, ha deliberato l’espulsione dall’organismo del socio ILC Mandara spa.

Inoltre il Consorzio di Tutela ha deciso di costituirsi parte civile nell’eventuale processo che sarà celebrato.

“Siamo di fronte a un episodio gravissimo – ha commentato il presidente del Consorzio di Tutela, Domenico Raimondo – pertanto abbiamo deciso di agire immediatamente, per bloccare ogni tentativo di creare confusione tra i consumatori. Intendiamo tranquillizzare così i produttori e i cittadini, che in queste ore vengono a conoscenza di tante notizie sulla vicenda. Il Consorzio di Tutela ha messo e metterà in campo tutti gli strumenti a disposizione per tutelare la mozzarella di bufala campana, l’unica in commercio che può vantare il marchio Dop. D’altra parte, si sottolinea come l’operazione della magistratura non riguardi in alcun modo il sistema di certificazione della mozzarella di bufala campana Dop, la cui qualità è garantita proprio dalla denominazione europea”.

“Dal 1 gennaio 2013 – ha detto invece il presidente della Commissione Agricoltura della Camera Paolo Russo commentando gli esiti dell’operazione anticamorra, denominata 'Bufalo'- la produzione della mozzarella di bufala campana Dop dovrà essere effettuata in stabilimenti separati da quelli in cui ha luogo la produzione di altri tipi di formaggi o preparati alimentari. Lo prevede, all’articolo 4 quinquiesdecies, la legge 205 del 30 dicembre 2008 che ha convertito il decreto sul rilancio competitivo del settore agroalimentare del 3 novembre 2008.
“Si tratta di una misura per la cui approvazione la Commissione Agricoltura si è fortemente battuta, consapevole delle insidie che si celano dietro i nostri pregiati prodotti a marchio. Dal 2013 grazie agli effetti della norma anche le forze dell’ordine – ha evidenziato Russo - avranno uno strumento aggiuntivo e più agevole per stanare i mistificatori”
“E’ questo il modo attraverso il quale si garantirà – ha concluso-  la tracciabilità assoluta di un prodotto di eccellenza come la mozzarella, si rafforzerà l’immagine del prodotto e - ha concluso il parlamentare - si tuteleranno le aziende serie”.

in data:17/07/2012

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