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Crea, sistema agroalimentare vale 522 miliardi

Presentato annuario Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria. Le aziende agricole sono oltre 1,5 milioni

Roma-  Vale oltre 522 miliardi di euro, in tutte le sue componenti - agricoltura, agroindustria, servizi legati al cibo, il sistema agroalimentare italiano nel biennio 2019-2020. Il valore è pari a ad oltre il 15% del Pil italiano. Il dato emerge con la presentazione dell’Annuario dell’agricoltura italiana 2019-2020 del Crea- Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria. Dal report emerge che le aziende agricole sono oltre 1,5 milioni, di cui il 27% con rapporti stabili di mercato, ricoprono il 65% della Sau (superficie media di 21 ha) e rappresentano il 75% della produzione standard complessiva.

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E’ spiegato che nonostante la superficie nazionale sia circa la metà di quella spagnola e francese, l’agricoltura italiana conferma la sua leadership europea: è la prima agricoltura d’Europa per valore aggiunto e la terza per produzione lorda vendibile. L’Italia è primo produttore mondiale di vino in volume e primo produttore europeo in valore nella produzione di ortaggi. Nel 2019 il valore della produzione agricola è stato di 57,3 miliardi di euro, in linea con l’anno precedente, di cui oltre il 50% dovuto alle coltivazioni, il 29% circa agli allevamenti e la restante parte alle attività di supporto e secondarie.

Crescita significativa nell’ultimo decennio per l’industria alimentare con +12% di valore aggiunto (circa il doppio rispetto a quello del manifatturiero) e +8% dell’indice della produzione, a fronte di una diminuzione generale. Indiscusso il contributo dell’agricoltura e dell’industria alimentare (incidenza sul settore del 64%) alla bioeconomia, che, con un fatturato in crescita (+1,3%) di oltre 324 miliardi di euro, costituisce ormai uno degli elementi di forza dell’economia italiana.

Le produzioni di qualità certificata (Dop-Igp) che, meglio di altre, hanno fatto fronte alle difficoltà legate alla pandemia, si confermano tra le più dinamiche dell’agroalimentare italiano, con un valore che raggiunge i 17 miliardi di euro (+oltre il 4%), tra componente alimentare e vinicola, circa il 19% del totale dell’agro-alimentare italiano.

Sempre più significativa è la crescita delle attività connesse all’agricoltura, ormai oltre un quinto del valore complessivo della produzione agricola realizzata: l’agriturismo con +3,3% in valore e +4,1% di aziende nel solo 2019, (brusca flessione nel 2020 per le restrizioni conseguenti alla pandemia) e il contoterzismo (+1,7% in valore), particolarmente attivo in termini di maggiore diffusione di innovazioni tecnologiche, di ricorso alle pratiche dell’agricoltura 4.0, di facilitazioni nel rispetto di alcune prescrizioni ambientali, di riduzione del digital divide.

Si conferma rilevante il sostegno pubblico al settore agricolo, circa 11,9 miliardi di euro nel 2019, ma in calo rispetto agli anni precedenti: dal 2015 al 2019, infatti, si è verificata una riduzione oltre 1,3 miliardi di euro (-10%), quasi totalmente derivante da minori agevolazioni nazionali.

Sul fronte degli scambi commerciali, come evidenziato dal Rapporto sul commercio estero 2019, netta è stata la riduzione del deficit della bilancia agroalimentare italiana, sceso largamente al di sotto di 1 miliardo di euro nel 2019, a fronte dei 5 miliardi del 2015 e degli oltre 9 miliardi del 2011. Si tratta di un dato straordinario, confermato dai primi 9 mesi del 2020, in cui, addirittura, si verifica un cambio di segno nel saldo, per la prima volta positivo dall’inizio della serie storica, grazie alla crescita tendenziale delle esportazioni (+0,8%) a fronte di un importante calo delle importazioni (-4,4%). In particolare, l’export, dopo un’ottima performance nei primi tre mesi dell’anno (+6,3%) e un calo nel secondo trimestre (-4,6%) soprattutto a maggio, ha visto una ripresa dei flussi, confermata al termine del terzo trimestre 2020 (+0,8%). I settori dell’export più colpiti dagli effetti del Covid-19, nel secondo trimestre 2020, sono stati il florovivaismo, le carni, i prodotti dolciari e il vino, parzialmente compensati dalla crescita di altri importanti prodotti del Made in Italy, come la pasta, le conserve di pomodoro e l’olio di oliva.

in data:22/01/2021

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