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Cresce l'occupazione nei ristoranti. Preoccupa la troppa concorrenza
Dal 2008 al 2015-secondo un'indagine della Fipe- gli addetti sono cresciuti di un +1,5%. Elevato però il numero di imprese per abitante. Dal 2010 al 2015 l’Italia ha perso 13.656 locali e 13.121 bar
Roma- In crescita la richiesta di personale, ma allo stesso tempo molte le chiusure di ristoranti negli anni della crisi: dal 2010 al 2015 l’Italia ha perso 13.656 ristoranti e 13.121 bar. L’andamento occupazionale è invece in salute grazie al fatto che dal 2013 la spesa per il “fuori casa” ha ripreso a salire in maniera via via più marcata: l’occupazione nel settore è cresciuta di un +1,5% dal 2008 al 2015, con una variazione positiva di 96mila nuovi addetti, il 72% di dipendenti è “under 40”. Tra le figure professionali più richieste dalle aziende ci sono cuochi, aiuti cuochi, camerieri, baristi, pasticcerie e gelatai artigianali. E’ quanto emerge dall’indagine di Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi)-Confcommercio presentata a “Food and Wine in Progress”, seconda edizione dell’evento dedicato alle eccellenze della produzione agroalimentare e della ristorazione, in corso fino a lunedì 28 novembre nella Stazione Leopolda di Firenze.
Dall’indagine Fipe-Confcommercio emerge che i lavoratori dipendenti dei pubblici esercizi, ai quali si applica il contratto collettivo nazionale del turismo, sono oggi in Italia quasi 700mila, con picchi occupazionali più alti legati alla stagionalità (da metà giugno a metà settembre si arriva quasi ai 750mila). Più della metà sono donne (54%); uno su quattro è straniero. In quanto all’età, il 17% degli occupati ha meno di venti anni, il 31% ha tra i venti e i trenta anni, il 24% fra i 30 e i 40, il resto è over 50. L’occupazione è attualmente in crescita soprattutto nei ristoranti (+2,2% nel confronto tra 2008 e 2015) e nella fornitura di pasti preparati (+4,9%), mentre scende nelle mense (-1,3%) e nelle discoteche (-11,4%). In generale, la ristorazione garantisce oggi un lavoro “sicuro”: quasi otto lavoratori su dieci (76%) hanno un contratto a tempo indeterminato, il 18% a tempo determinato e il resto è stagionale. Quasi 63mila le aziende italiane che nel corso del 2015 hanno utilizzato lo strumento dei voucher per ampliare l’organico in maniera temporanea.
L’analisi mette infine in evidenza un problema legato alla concorrenza: in Italia esistono ben 440 imprese della ristorazione ogni centomila residenti. Più di noi- si legge in una nota- ne hanno solo Portogallo (749 per centomila abitanti), Grecia (649), Cipro (546), Spagna (541), Repubblica Ceca (478), Lussemburgo (470) e Malta (463). Tutti gli altri paesi europei, a cominciare da Germania (198) e Francia (329) hanno una minore densità di locali. “Ma chi punta sulla qualità non deve temere concorrenza” secondo l’opinione del presidente della Federazione italiana cuochi Rocco Pozzulo, del presidente dell’Associazione italiana sommelier Antonello Maietta e del vicepresidente vicario di Fipe-Confcommercio Aldo Cursano.
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