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DopEconomy, export da 9,5 miliardi di euro. Il valore alla produzione tocca i 16,9 miliardi
Settore fornisce un contributo del 19% al fatturato complessivo del settore agroalimentare nazionale. E' quanto emerge dall'analisi del XVIII Rapporto Ismea-Qualivita
Roma- I dati economici della #DopEconomy, relativi al 2019, delineano un settore di primaria importanza e in crescita: 16,9 miliardi di euro di valore alla produzione (+4,2% in un anno), un contributo del 19% al fatturato complessivo dell’agroalimentare italiano e un export da 9,5 miliardi di euro (+5,1% in un anno) che corrisponde al 21% delle esportazioni nazionali di settore, grazie al lavoro di oltre 180.000 operatori e l’impegno dei 285 Consorzi di tutela riconosciuti. E' quanto emerge dall'’analisi del XVIII Rapporto Ismea-Qualivita.
L’agroalimentare Dop Igp vale 7,7 miliardi di euro alla produzione e il vitivinicolo imbottigliato raggiunge 9,2 miliardi di euro. Relativamente all'export agroalimentare italiano il contributo maggiore è fornito dal comparto dei vini con un valore di 5,6 miliardi di euro, ma cresce anche il segmento del Cibo Dop Igp che si attesta sui 3,8 miliardi di euro per un +7,2% annuo.
Nel 2019 la produzione di vino Ig certificata supera la soglia dei 25 milioni di ettolitri, risultato di tendenze opposte tra le Dop (+6,2% grazie anche all’introduzione di nuove produzioni) e le Igp (-1%). Il valore della produzione di vini a IG sfusa è di circa 3,5 miliardi di euro, mentre all’imbottigliato raggiunge i 9,2 miliardi di euro: di questi, 7,6 miliardi sono rappresentati da vini Dop, che ricoprono un peso economico pari all’82% del vino Ig. Le esportazioni- come detto- raggiungono 5,6 miliardi di euro (+4%) su un totale di 6,4 miliardi di euro (+3%) dell’export vitivinicolo italiano nel suo complesso.
L’analisi degli impatti economici delle filiere agroalimentari e vitivinicole Dop Igp attesta la positiva ricaduta sull’intero territorio nazionale, con 17 Regioni che contribuiscono, seppure con intensità diverse, alla crescita del comparto. A fare da traino è il Nord Italia con Veneto, Emilia-Romagna, Lombardia e Piemonte che concentrano il 65% del valore produttivo delle filiere a Indicazione Geografica.