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E’ italiano un piatto di pasta su quattro consumati nel mondo
L'alimento è presente in quasi 200 Paesi. Nel 2014 prodotte- segnala un report Aidepi in occasione del World Pasta Day- 14,5 milioni di tonnellate (+56% in 15 anni)
Roma- E' come un mito che non tramonta mai. Passano gli anni, ma la pasta resta uno degli alimenti più apprezzati al mondo. A confermare l’immutato appeal del simbolo del made in Italy, a pochi giorni dalla festa in suo onore che si celebra ogni anno il 25 ottobre, sono gli ultimi dati rilasciati dall’associazione delle Industrie del dolce e della pasta Italiane (Aidepi) in occasione del World Pasta Day & Congress 2015 (25-27 ottobre) in programma a Expo Milano. Dal report ufficializzato emerge la produzione negli ultimio quindici anni è passata da 9,3 milioni di tonnellate a 14,5 milioni del 2014 (+56%). Nello stesso periodo i Paesi che ne producono oltre mille tonnellate l’anno sono passati da 27 a 47 (+74%). E sono 52 (erano 29 15 anni fa, + 79%) i Paesi in cui si consuma almeno 1 kg di pasta pro capite all’anno.
Calcoli alla mano si evidenzia poi che volendo misurare la classifica dei consumi la “voglia” di pasta è rappresentabile metaforicamente da un lungo serpentone di 6,5 milioni di chilometri di confezioni di spaghetti, fusilli e paccheri prodotte in tutto il mondo nel 2014 utile a fare il giro della terra per circa 160 volte. L'Italia guida, e non poteva essere altrimenti, la speciale classifica dei consumatori delle 14,5 milioni di tonnellate di pasta prodotte nel 2014, con 25 chili pro-capite annui. La Tunisia, seconda, ne consuma 16 chili a testa, davanti a Venezuela (12 kg) e Grecia (11,2 kg). Più staccato un “gruppone” di Paesi il cui consumo pro capite si attesta tra gli 8 e i 9 chili, nel quale non mancano sorprese: gli Usa sono al settimo posto con 8,8 kg, mentre i pasta lovers asiatici sono guidati da Iran (8.5kg) e Turchia (7,5), ma il “balzo” più interessante è stato realizzato dall’Argentina, che con 9,1 kg pro capite è passata in 4 anni dal dodicesimo al sesto posto di questa speciale classifica. In Germania il consumo di spaghetti è salito dai 3,5 kg pro capite del 1972 ai 5,4 del 1997 fino agli 8,5 kg del 2014.![](http://www.agroalimentarenews.com/uploads/FCKEditor/image/Pasta%20(1).jpg)
Sotto il profilo della produzione l’Italia, con quasi 3,5 milioni di tonnellate prodotte nel 2014, è leader del mercato mondiale della pasta, tanto che un piatto di pasta su 4 (24%) mangiato nel mondo viene prodotto dai nostri pastifici, addirittura 7 su 10 di quelli consumati in Europa. In 15 anni l’export di pasta italiana è cresciuto complessivamente di circa il 50%, +3,6% nel 2014 rispetto al 2013. Oggi- si legge in una nota- esportiamo il 57% della nostra produzione nazionale – circa 2 milioni di tonnellate per un controvalore di 2 miliardi di euro - contro il 54% di 5 anni fa, il 48% del 2000 e il 5% del 1955.
Nel 2014 la Germania si conferma il principale mercato per gradimento della pasta tricolore (oltre 360mila tonnellate e un’incidenza pari al 18,3% del totale), seguita Regno Unito e Francia, per entrambe 278mila tonnellate e 14,1% del totale. Al di fuori dell’Europa, sono gli Usa il primo sbocco, con 151 mila tonnellate e un peso del 7,7% in volume e del 9,5% in valore, davanti al Giappone (3,8% in volume). Questi “fantastici cinque” sono i mercati più consolidati per la pasta italiana, pesando più della metà (58%) sulla torta del nostro export. Analogamente, il mercato europeo assorbe il 73,7% della domanda (il 66,8% considerando i soli Paesi UE), davanti alle Americhe (11,2%) e all’Asia (10,9%). Per questi continenti, il 2014 ha registrato un tasso di crescita positivo e uniforme attorno al 4 per cento in volume.
In crescita gli italian pasta lovers anche in Paesi emergenti, dove la voglia di pasta va oltre l’ostacolo di diverse culture gastronomiche: nei Paesi Brics (+11,2% in volume nel 2014), con Russia (+11,5%), India (+15,4%) e, soprattutto, la Cina (+37,9%) a trainare la passione per la pasta e, più in generale, per tutto il food italiano.
Nei primi 6 mesi del 2015, i mercati più ricettivi alla pasta italiana sono stati: nelle Americhe il Canada (+8,4%), in Asia Arabia Saudita (+65,1%) e l’estremo oriente con Cina (+23,1%), Taiwan (+15,4%) e Thailandia (+12,9%), mentre il boom di Sud Africa (+33,2%), Kenya (+40,8%) e, soprattutto, Tanzania (+295,8%) conferma che l’Africa subsahariana rappresenta la nuova frontiera per la pasta globale e aboratorio per mostrare come dalla pasta possa arrivare una risposta importante a fame, carestie e malnutrizione.