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E’ legge il salva-olio

Con la conversione del decreto sviluppo da parte del Senato le norme sulla qualità dell’extravergine tese a scongiurare il pericolo di frodi nel settore diventano più rigide

Roma - Le nuove norme salva qualità dell’olio extra vergine di oliva diventano operative. L'Aula del Senato ha infatti dato il via libera al decreto Sviluppo contenente norme per scongiurare il pericolo di frodi nel settore degli oli di oliva. Il provvedimento, già approvato dalla Camera, e' stato convertito definitivamente in legge. Soddisfazione per l’adozione della misura è stata espressa dagli operatori del settore e in particolare dall’Unaprol. L’Italia indossa la “maglia rosa in Europa e nel mondo per le nuove norme salva qualità dell’olio extra vergine di oliva” ha dichiarato Massimo Gargano presidente del Consorzio Olivicolo Italiano.

L’art. 43 dispone, infatti, che gli oli di oliva etichettati con la dicitura “Italia” o italiano o che comunque evochino un’origine italiana debbano contenere un contenuto massimo di metil ed alchil esteri degli acidi grassi minore o uguale 30 milligrammi per chilo. Il limite attuale è di 75 mg/kg.
I metil ed alchil esteri sono composti chimici che si sviluppano nella lavorazione di olive di scarsa qualità o andate a male. La norma approvata riduce drasticamente il pericolo che vengano spacciate per made in Italy miscele di oli che non hanno origine italiana.
L’articolato normativo approvato da Palazzo Madama prevede altresì che diventi obbligatorio, come mezzo di prova nei procedimenti giurisdizionali, la verifica – da parte di un apposito panel di assaggio – della corrispondenza delle caratteristiche organolettiche del prodotto alla categoria degli oli dichiarata. Al fine di evitare che un marchio possa trarre in inganno il consumatore, per origine si deve intendere il luogo di coltivazione e di allevamento della materia prima, nonché il luogo in cui è avvenuta la trasformazione sostanziale.

Nel 2011 le importazioni hanno raggiunto un livello di 625 mila tonnellate, di cui il 76% rappresentato da oli extravergini e vergini. Questo ha determinato un balzo in avanti con un aumento del 4% in volume e del 2% in valore. Ad aumentare, comunque, non sono solo le importazioni, ma anche le esportazioni che hanno superato, per il 2011 le 400 mila tonnellate.
“I dati più recenti relativi al comparto olivicolo-oleario italiano - ha riferito Pietro Sandali direttore generale di Unaprol - evidenziano, per il 2011 una flessione produttiva del 6% rispetto alla campagna precedente”. Il livello produttivo, secondo le ultime stime, dovrebbe attestarsi intorno alle 480 mila tonnellate. “I dati non tornano tra quanto prodotto veramente in Italia e quanto si spaccia come made in Italy. Ha aggiunto Sandali che conclude: “le norme approvate dal Parlamento rappresentano un’anticipazione dell’articolato normativo del disegno di legge 3211 Mongiello – Scarpa, attualmente in discussione al Senato, che ora va approvato dopo che la Commisione Bilancio di Palazzo Madama ha espresso il nulla osta sull'articolato normativo". Si deve consentire alle imprese, afferma Unaprol, di operare in un quadro normativo di assoluta certezza ed ai consumatori di fare acquisti consapevoli.

I numeri del comparto olivicolo oleario italiano


Produzione 500mila tonn.
Consumi 700mila tonn
Nel 2011 produzione a 480mila tonn. – 6% rispetto al 2010
Regioni olivicole Puglia 166mila tonn; Calabria 161mila tonn.; Sicilia 51mila tonn.
Bilancia nel 2011 attivo di 29 mln di € + 4% in volume e + 2% in valore
Import 2011 625mila tonn. di cui 76% oli vergini
Export 2011 400mila tonn. circa

Fonte Unaprol

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